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Elezioni Campania, ora cosa succede? De Luca e lo scoglio Legge Severino

Dalla legge anticorruzione Severino, al nodo dello Statuto regionale, dalla resa dei conti con Bindi e Commissione Antimafia al ruolo di Matteo Renzi per scongiurare un caos Campania: ecco tutti i nodi del presidente eletto della Regione.
A cura di Redazione Napoli
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Lo scoglio di Vincenzo De Luca, superate le Elezioni Regionali che lo hanno eletto di fatto presidente della Regione Campania si chiama Legge Severino. La possibilità che venga sospeso, la proclamazione e la composizione della giunta sono i nodi principali per il governatore in pectore, non ancora proclamato.

Legge Severino per Vincenzo De Luca: cosa accadrà?

È la sentenza Sea Park del 2010 che rappresenta un guaio per Vincenzo De Luca. Nell'ambito di quel procedimento (la trasformazione, poi mai realizzata della fabbrica di sanitari ‘Ideal Standard' nel parco acquatico ‘Sea Park') che vide l'ex sindaco di Salerno condannato a un anno di carcere per abuso d'ufficio, oggi è possibile per l'eletto governatore applicare la legge anticorruzione, meglio nota come legge Severino. La norma dispone una sospensione da ogni incarico pubblico per almeno 18 mesi del condannato. Per De Luca ciò significherebbe addio al governo della Campania, addio anche ad una nuova elezione. "È una legge non si applica a chi è eletto per la prima volta, la legge Severino è superata perché la legge non è applicabile per chi viene eletto per la prima volta. Quindi non verrò sospeso" diceva De Luca prima di essere eletto, portando a suo discarico opinioni di alcuni giuristi. L'ex sindaco di Salerno sa benissimo che la Severino è l'ostacolo che lo separa dell'ingresso trionfante a Palazzo Santa Lucia. E per questo motivo oggi a Salerno, nel suo feudo e non a Napoli, ha affrontato l'argomento in una riunione coi consiglieri politici e legali. Secondo il percorso delineato dal parlamentare ed avvocato Fulvio Bonavitacola l'eventuale sospensione ci sasrà solo dopo che il Consiglio regionale si sarà insediato e avrà recepito la composizione della Giunta regionale. Il tema della Severino si intreccia quindi con quello della nomina del vice presidente della giunta che dovrebbe poi supplire a De Luca nel periodo di sospensione: il profilo sarà quello delineato dallo stesso De Luca all'indomani dell'elezione, basato quindi su competenze e su espressioni della società civile.

Dopo le elezioni regionali Campania a rischio caos?

Non è tutto così facile. Dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha stabilito che la competenza sull'applicazione della legge Severino sia atrtribuita al giudice ordinario e non al Tar, si apre un fronte non da poco: la giustizia ordinaria potrebbe infatti essere molto più rigida di quella amministrativa e sospendere De Luca, rendendo di fatto vano il risultato di queste consultazioni. Beppe Grillo, il cui Movimento 5 Stelle ha incassato una nutrita pattuglia di consiglieri in Campania, chiede nuove elezioni: "Candidare De Luca – ha scritto sul suo blog – è stato uno spregio del Pd nei confronti dei cittadini campani. De Luca non potrà governare e verrà sospeso non appena ufficialmente eletto. Non potrà fare una giunta, neppure un atto amministrativo perché sarà già decaduto. La Campania sarà quindi paralizzata? Esiste solo una soluzione: ritornare subito al voto e impedire che De Luca si candidi nuovamente". Ci sarebbe peraltro anche un altro impedimento, rappresentanto dallo statuto dell'Ente Regione Campania che limiterebbe e di molto insediamento e presa di possesso delle funzioni da governatore. La nomina della giunta e del vicepresidente, infatti, sono vincolate all'esposizione del programma di governo in Consiglio e vanno esposte nuovamente in Aula (articolo 46). Dunque secondo questa interpretazione, portata avanti da Gianluigi Pellegrino, avvocato amministrativista tra i massimi esperti della Legge Severino, De Luca avrebbe la strada sbarrata.

Il ruolo del governo sul caso Vincenzo De Luca

Matteo Renzi nella sua enews a ridosso delle Elezioni Regionali aveva cercato di gettare acqua sul fuoco delle polemiche: "Quello sugli impresentabili è un dibattito lontano dalla realtà – aveva scritto – e sono sicuro che nessuno di questi candidati verrà eletto". In realtà così non è stato e qualche impresentabile in Campania, soprattutto nel centrodestra, è stato eletto. Per quel che riguarda De Luca e la Legge Severino era stata Maria Elena Boschi a rassicurare il candidato, poi eletto. "La sentenza della Cassazione nella sostanza non cambia nulla, De Luca è candidabile ed eleggibile – aveva detto il ministro delle Riforme, fedelissima del premier -. La sentenza dice semplicemente che è il giudice ordinario e non quello amministrativo a dover decidere, ma non cambia l'applicazione della legge Severino, secondo la quale De Luca è candidabile ed eleggibile". Ora che De Luca è stato eletto, il ruolo di Palazzo Chigi potrebbe per molti essere fondamentale. E nel governo non c'è solo Renzi, ci sono anche altre forze che non vedono assolutamente positivamente un impegno del premier per agevolare la risoluzione positiva del caso Campania. Un esempio è il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, reduce in Campania dal disastro del Nuovo Centrodestra che elegge soltanto un consigliere regionale: "Non voglio entrare in un dibattito giuridico ma, da ministro dell'Interno dico solo che la legge sarà applicata dal primo all'ultimo rigo e non cambieremo neppure le prassi, come ha già detto anche il Pd. C'è da valutare lo statuto regionale campano – conclude – ma il problema nonè fare melina per fare nottetempo una giunta. È valutare se questo sia possibile o no".

Dopo l'Antimafia, la resa dei conti con Rosy Bindi

Avrà un pesante strascico la guerra tra Vincenzo De Luca, governatore in pectore della Regione Campania e Rosy Bindi, deputata del Pd e presidente della commissione parlamentare Antimafia. Oggi – si apprende dal questore di Salerno, Alfredo Anzalone – gli uffici di polizia del capoluogo salernitano hanno trasmesso alla Procura di Roma la denuncia-querela presentata ieri da De Luca, contro il presidente dell'Antimafia Bindi, per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d'ufficio. La questione è oggetto del regionamento di Ivan Scalfarotto che traccia un possibile iter di qui a qualche settimana: "Bisogna aspettare che il Consiglio si insedi e poi la procedura andrà avanti. Aspettiamo l'insediamento per notificare gli atti che derivano dalla Severino. Ed è presumibile che ci siano interventi successivi della magistratura. Ci sarà in ogni caso un contenzioso durante il quale ci sarà una sospensione, non una decadenza. Il Presidente è formalmente in carica ma sarà il suo vicario a governare la Regione". Sulla lista degli impresentabili stilata dalla Presidente dell'Antimafia Bindi ecco il commento di Scalfarotto: "Ho osservato con stupore le sue mosse, io ho vissuto all'estero e non ho notizia di comitati parlamentari che a 48 ore dal voto entrino a gamba tesa nella campagna elettorale. Il codice di autoregolamentazione era stato votato nel settembre scorso, eppure prima delle due elezioni regionali che si sono tenute in autunno, in Emilia e Calabria, non è arrivato alcun pronunciamento della Commissione. La Bindi ha lanciato un boomerang perché gli impresentabili erano comunque eleggibili. Ha agito come un medico che fa la diagnosi ma non prescrive la medicina. Ha combinato un pastrocchio".

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