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Elezioni politiche suppletive 2020

Elezioni Suppletive Napoli, Venanzoni (Pd): ‘Stop delusioni, candidiamo chi è sul territorio’

Diego Venanzoni (Partito Democratico) uno dei consiglieri comunali più esposto negli attacchi contro la maggioranza guidata da Luigi de Magistris, entra nel dibattito sui candidati del centrosinistra per le Elezioni suppletive al Senato: “Il Pd deve dimostrare di aver cambiato pelle, serve un candidato del territorio altrimenti si aprono nuove spaccature”.
A cura di Cir. Pel.
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Galeotto fu un post  su Facebookdell'ex ‘avversario' in consiglio comunale, Raffaele Ambrosino che lo "candida", anche un po' provocaatoriamente. Ma Diego Venanzoni, esponente del Partito Democratico in via Verdi, uno dei più feroci oppositori di Luigi De Magistris approfitta per così dire del battage social e dice la sua sulla scelta del candidato del centrosinistra per le Elezioni Suppletive al Senato che si terranno in una vasta zona del centro di Napoli per riempire lo scranno lasciato vuoto da Franco Ortolani, M5s, morto qualche mese fa.

Allora, Venanzoni, si auto-candida?
Ma no. Certo fa piacere che ci sia un riconoscimento al lavoro svolto e di sicuro non è mai mancata passione e quel necessario lavoro di interdizione e proposta politica che il nostro elettorato ci chiede al cospetto di una città che oggi vive forse la peggiore delle depressioni politiche e sociali negli ultimi 30 anni.

Dunque un pensierino su quello scranno al Senato lo fa anche lei…
No, guardi, il discorso è più ampio. Ora davvero il Partito Democratico deve dimostrare di aver cambiato pelle.

È una frase che si sente molto spesso.
Certo e mi rendo conto che non basta. La differenza può farla solo un'idea di partito che abbia chiara una visione di progetto di sviluppo della città per i prossimi anni.

Dunque: ha una sua idea di chi si dovrà candidare alle Suppletive?
Sì. Serve un candidato di quel collegio. Uno conosciuto in città, riconoscibile per il lavoro svolto in questo periodo. Diversamente tutto corrisponderebbe ad una vecchia logica, per cui scelte calate dall'alto alle quali siamo già abituati, non farebbero che disaffezionare il nostro elettorato già piuttosto deluso. E mi creda, anche nel partito, si correrebbe il rischio di serie spaccature.

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