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Emergenza baby gang, il Questore di Napoli: “Malessere giovanile genera crudeltà”

Il Questore De Iesu punta il dito contro “il malessere, presente in alcuni quartieri di Napoli, in periferia ma anche nel centro, che è alla base di questi atteggiamenti crudeli e violenti”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il questore di Napoli, Antonio De Iesu
Il questore di Napoli, Antonio De Iesu

Antonio De Iesu, Questore di Napoli, è tornato ad affrontare il tema, ormai attualissimo, delle baby-gang che stanno letteralmente "infestando" il territorio di Napoli. E lo fa puntando il dito soprattutto contro il contesto sociale, vero "motore" di questo triste fenomeno in espansione.

"Bisogna interrogarsi sul malessere, presente in alcuni quartieri di Napoli, in periferia ma anche nel centro, che è alla base di questi atteggiamenti crudeli e violenti", ha spiegato De Iesu. Il riferimento è al fatto che molti di questi giovani non provengono da ambienti "criminali", ma anzi molto spesso appartengono a contesti magari sì difficili ma comunque quasi sempre lontanissimi dagli ambienti criminali tout court. E proprio dal contesto sociale può partire la soluzione al problema.

"A Roma si sta firmando oggi un progetto del ministero dell'Interno che riguarda il rione Sanità di Napoli", ha spiegato ancora De Iesu, "grazie al quale sarà possibile sperimentare un percorso virtuoso che individua 400 ragazzi più a rischio e accompagnarli, con maestri di strada, fino alla maggiore età, insegnando loro anche un mestiere. Un progetto in grado di fornire anche delle competenza professionali ai ragazzi, per educarli al rispetto della legalità. È un progetto", ha proseguito, "di recupero dalla dispersione scolastica che coinvolge circa 160 maestri di strada, un'iniziativa che si affianca all'attività delle forze dell'ordine, grazie anche alla collaborazione delle parrocchie, delle associazioni, della municipalità. Si tratta di un ulteriore tassello", ha concluso il Questore partenopeo, "che va ad aggiungersi al capillare sistema di videosorveglianza installato nel quartiere, finanziato dalla Regione Campania".

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