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Camorra, condannati i boss del cartello Ferraiuolo-Del Prete: 314 anni

Si è concluso ieri con la sentenza il processo in primo grado per il cartello camorristico dei Ferraiuolo e Del Prete di Forcella. Durante il dibattimento sono stati ricostruiti alcuni retroscena della faida: tra questi i summit nella sala mortuaria dell’ospedale Ascalesi dove una stanza era stata “affittata” ai clan dal custode come deposito di armi e droga.
A cura di Angela Marino
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Sono in tutto 314 anni di carcere quelli toccati ai ras e agli affiliati della clan Ferraiuolo e Del Prete di Forcella. Si è concluso ieri con la sentenza emessa dal giudice Pietro Carola il processo in primo grado per il cartello che da 5 anni è in lotta con i Brunetti-Giuliano-Sibillo, la cosiddetta Paranza dei bimbi di Forcella. La pena più severa è quella stabilità per Salvatore Del Prete, elemento di spicco del clan : 20 anni di carcere.

La stanza "affittata" alla camorra all'ospedale Ascalesi

Durante il procedimento, scaturito dall'inchiesta che ha condotto, il 3 marzo 2015, a una raffica di arresti. A dare impulso all'attività di indagine è stata la testimonianza dell'ex boss Ferraiuolo, divenuto collaboratore di giustizia, che ha ricostruito la faida del centro storico dal 2011 fino ad oggi, ripercorrendo anche un omicidio che ha segnato le sorti della faida: quello del cognato del capoclan, Giovanni Saggese, avvenuto nel maggio 2012. Al processo sono emersi anche alcuni retroscena della lunga faida: tra questi  le riunioni nella sala mortuaria dell'ospedale Ascalesi di Forcella dove il custode aveva riservato, in cambio di 50-100 euro al giorno, una stanza all'ex boss Ferraiuolo, che l'aveva adibita a deposito per armi e droga. E ancora i giudici hanno ricostruito episodi di estorsioni e corruzione come quelli che hanno visto affidati a ditte prestanome dei clan gli appalti negli ospedali del centro cittadino. Tra gli affari dei clan anche il pizzo ai venditori della frutta al mercato e agli ambulanti di false griffe (100 euro alla settimana per gli stranieri, 50 per in napoletani).

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