È umana e assolutamente comprensibile la rabbia. Lo è perfino la pulsione di mettere le mani addosso a chi abusa dell'innocenza inviolabile dei bambini. È umano ma non è accettabile nel mondo civile: la legge dell'occhio per occhio rende tutti ciechi. Fanno schifo i pedofili. Fanno schifo anche i giustizieri del giorno dopo. Nel caso di Caivano, Parco Verde, periferia della periferia che sale agli onori della cronaca per l'omicidio di Fortuna Loffredo e per l'orrore delle violenze coperte da un muro di omertà non c'è nulla di buono, nemmeno gli ‘eroi' che sono andati a bruciare il portone del presunto assassino Raimondo Caputo. Nemmeno quegli altri paladini detenuti che, nel rispetto dell'ipocrita ‘legge del carcere' che tollera tutto (o quasi) hanno pestato ben bene il ‘collega' detenuto tra le mura di Poggioreale, Padiglione Roma (quello dei cosiddetti sex offenders). Basti pensare che fra i compagni di cella dell'uomo c'è anche colui che un anno fa fu arrestato per aver seviziato e gravemente ferito con un tubo dell'aria compressa un ragazzino a Pianura.
Ho detto che fanno schifo i ‘giustizieri del giorno d0po' perché è di solito dopo che si palesano questi personaggi. Si arrogano il diritto di giudicare, emettere sentenza e eseguire. Dove era tutta questa brava e buona gente sdegnata nel Parco Verde, quando – questo è lo spaccato che emerge dall'inchiesta della procura di Napoli Nord – tutti sapevano tutto?
Ora lasciate fare alla giustizia, quella che non impugna il machete ma che – seppur con difficoltà, ritardi, storture e sbagli – cerca di portare avanti un modello di regole condivise. Non date retta agli sciacalli politicanti che si avventano sulle tragedie in zone di cui nemmeno hanno sentito parlare per speculare ancora e ancora e ancora. A Caivano è andato già in scena il peggio dell'essere umano. Abbiamo già toccato il fondo. Cerchiamo almeno di non scavare.