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Il presunto omicida di Fortuna Loffredo aggredito in cella: salvato dagli agenti

Raimondo Caputo, il 43enne arrestato perché ritenuto l’omicida della piccola Fortuna Loffredo, sarebbe stato aggredito dai suoi compagni di cella nel carcere di Poggioreale. L’episodio, confermato dal procuratore Francesco Greco, è avvenuto ieri: due agenti penitenziari hanno udito le urla e hanno salvato l’uomo portandolo in isolamento. Sul caso indagano la direzione del carcere e la procura.
A cura di Francesco Loiacono
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In molti temevano che Raimondo Caputo, il 43enne arrestato perché ritenuto l'omicida della piccola Fortuna Loffredo, potesse subire la "legge del carcere" riservata ai pedofili. E in effetti gli altri detenuti del carcere di Poggioreale, dove l'uomo si trovava già detenuto dal novembre 2015 perché accusato di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle figlie della sua convivente, sembra abbiano già emesso il proprio verdetto. Caputo sarebbe infatti stato oggetto di un vero e proprio tentativo di linciaggio da parte dei suoi compagni di cella. L'episodio, secondo quanto riferito dal procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, è accaduto ieri. I suoi compagni di cella lo hanno aggredito anche se il procuratore Greco ha precisato che Caputo "presenta i segni dell'aggressione, ma nulla di grave".

Caputo salvato da due agenti penitenziari: è in isolamento

Le urla di Caputo e il trambusto proveniente dalla cella hanno attirato l'attenzione di due agenti penitenziari, che sono intervenuti riuscendo a strappare Caputo dalla furia dei suoi aggressori. Adesso il 43enne si trova in una cella di isolamento al terzo piano del padiglione Roma – che, per la cronaca, ospita altri detenuti che si sono macchiati di reati gravi legati alle violenze sessuali -, proprio come misura di prevenzione da altri episodi simili in futuro.

Non si sa se il trasferimento è stato disposto dall'autorità giudiziaria, dall'amministrazione del carcere o se è stato chiesto dallo stesso Caputo: il procuratore Greco ha comunque annunciato che sull'episodio indagherà la procura della Repubblica di Napoli, competente per territorio: "Nei prossimi giorni avremo contatti con la Procura di Napoli perché, ai fini della nostra inchiesta, ci interessa sapere modalità e cause che hanno portato a questa aggressione", ha precisato il magistrato. Anche la direzione del carcere di Poggioreale si sarebbe attivata per cercare di chiarire meglio l'episodio e identificare gli aggressori.

Davanti al gip Caputo ha detto di essere innocente

L'arresto di Caputo, lo scorso venerdì, ha segnato una svolta forse decisiva nel caso della morte di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni che il 24 giugno 2014 morì dopo essere precipitata da una finestra nel cortile del complesso Parco Verde di Caivano, vicino Napoli. Caputo, che è il compagno di una vicina di casa della famiglia Loffredo, è accusato di aver violentato Fortuna e di averla scaraventata dalla finestra: il motivo sarebbe il rifiuto opposto dalla piccola a nuove violenze. Il 43enne, nel corso del primo interrogatorio di fronte al giudice per le indagini preliminari, ha negato ogni addebito. A incastrarlo sarebbero però le confessioni e gli agghiaccianti racconti di un'amichetta di Fortuna, che hanno spezzato il clima di omertà che regnava tra molti "adulti" residenti al Parco Verde.

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