Fase 2, a San Gregorio Armeno protesta degli artigiani del presepe
Protesta degli artigiani di San Gregorio Armeno questa mattina a Napoli contro la crisi del Coronavirus che sta affossando il settore. I maestri presepiai da stamattina avrebbero potuto aprire le botteghe solo per la produzione, ma non per la vendita al pubblico. Ma le saracinesche sono rimaste abbassate, mentre i commercianti all'esterno dei locali hanno mostrato volantini di protesta. “Mancano misure di sostegno per il nostro settore che rappresenta Napoli nel mondo”, affermano Amedeo Mango e Gabriele Casillo, dell’Associazione Corpo di Napoli. Gli artigiani chiedono un incontro al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e di essere inseriti tra i beneficiari dei contributi per il turismo. Il 24 aprile i bottegai hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al primo ministro Giuseppe Conte, al Governatore della Regione Campania vincendo De Luca e al sindaco di Napoli Luigi de Magistris nella quale venivano formalizzate, in cinque punti, le richieste, da parte degli operatori artigianali-presepiale di via San Gregorio Armeno, per fronteggiare la crisi economica in atto.
I presepiai: "Settore in crisi, così morirà"
Una crisi che è scoppiata con l'inizio della pandemia del Covid19 lo scorso marzo. “Gli artigiani di via San Gregorio Armeno – dichiara Amedeo Mango, Presidente dell’Associazione Corpo di Napoli – apporranno dei manifesti all’esterno delle proprie attività a sottolineare che i suggerimenti e le richieste fatte, rappresentano un grido di allarme, da parte degli operatori del settore, che sono stati e saranno colpiti in maniera durissima dalla crisi economica in atto, venutasi a creare a seguito delle restrizioni necessarie per fronteggiare la pandemia da Covid 19 attuate sia a livello nazionale che internazionale. L’intera economia del settore appena indicato si regge su un notevole flusso di turisti che nel prossimo futuro, per evidenti motivi, non ci sarà”.
“Speriamo che le Istituzioni prendano in seria considerazione questo grido di allarme che viene dagli artigiani di via San Gregorio Armeno – aggiunge Gabriele Casillo coordinatore dell’Associazione Corpo di Napoli – pur se le restrizioni sono allentate nella fase 2, l’assenza di flussi turistici causerà notevoli difficoltà finanziarie, non garantendo agli operatori artigianali i mezzi economici per sostenere le spese onde garantire la sopravvivenza delle stesse attività. Facciamo notare che lo storico artigianato presepiale di via San Gregorio Armeno è considerato il principale attrattore turistico della città di Napoli, oltre ad essere un simbolo internazionale che caratterizza anche l’italianità nel mondo. Senza aiuti concreti a breve la quasi totalità degli operatori commerciali si troverebbe nelle condizioni di dover chiudere definitivamente la propria attività. Tale malaugurato evento comporterà la scomparsa di un capillare tessuto di botteghe che rappresentano una delle più antiche tradizioni italiane esistenti, con gravi danni al patrimonio culturale. Inoltre, altro elemento, di non poca rilevanza, è quello che tali attività garantiscono un reddito a numerose famiglie che si troverebbero all’improvviso senza alcun mezzo di sopravvivenza”.
“Il fallimento del mercato globale in cui i prodotti perdono identità di cultura e tradizione di un territorio – prosegue Gabriele Casillo coordinatore dell’Associazione Corpo di Napoli –ha fatto comprendere a tutti, in questo periodo, che il mercato più solido e solidale è quello delle tradizioni artigianali e gastronomiche di ogni popolo, queste differenze sono tra quelle che uniscono e non dividono i popoli del mondo e le botteghe artigianali presepiale di via San Gregorio Armeno è una delle tradizioni italiane tra le più storiche e apprezzate nel mondo, quindi tutelando la storica arte presepiale di via San Gregorio Armeno, tuteliamo una tradizione, una storia e una identità che può essere ancora tramandata ai nostri nipoti mantenendo, così, une delle più apprezzate memorie storiche italiane".