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Fase 2, San Gregorio Armeno non riapre, a rischio la strada dei presepi di Napoli

San Gregorio Armeno, una delle strade più famose di Napoli, rischia di svuotarsi: gli artigiani delle storiche botteghe di presepi e pastori sono stati travolti dalla crisi economica, peggiorata dall’emergenza coronavirus. Chiedono da settimane un incontro con le Istituzioni, con la Fase 2 la produzione nella strada dei presepi non ripartirà.
A cura di Nico Falco
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Napoli rischia di perdere una delle sue strade più famose: a San Gregorio Armeno, la strada dei presepi, meta ogni anno di centinaia di migliaia di persone, le botteghe non rialzeranno la saracinesca nella Fase 2. La protesta è l'ultimo atto di un grido di allarme lanciato già da tempo per chiedere un incontro con la Regione Campania al fine di concordare un piano di sostegno vista le forti difficoltà economiche che hanno travolto tutti gli artigiani della storica strada del centro di Napoli.

"Oltre ai danni della crisi – spiega uno degli artigiani – questo Covid ha penalizzato molto l'economia italiana e quindi non abbiamo bisogno di un aiuto dalle nostre Istituzioni". Ma in ballo non c'è soltanto la sorte delle decine di botteghe, è tutto un mondo quello che si muove lungo quella stradina larga poco più di un vicolo. L'arte presepiale e la tradizione, una strada che è diventata uno dei simboli di Napoli, ma anche tutto l'indotto di attività ricettive e di ristorazione che ruotano intorno al fenomeno San Gregorio Armeno.

"Questa non è soltanto una strada e basta – racconta un altro artigiano – crea indotto per tutta Napoli e lo sappiamo bene, perché quelle folle oceaniche che vediamo a novembre e dicembre testimoniano quanto sia famosa e conosciuta, e quanto abbia creato in questi ultimi 10 anni e possa creare. Abbiamo chiesto un incontro con De Luca per illustrargli le nostre difficoltà".

"Abbiamo parlato con il sindaco Luigi De Magistris, aspettiamo un incontro col presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca – conclude ancora un altro artigiano – siamo in ginocchio, qui abbiamo fermato le vendite e la produzione. Non era mai successo prima, mai".

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