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Fonderie Pisano: lavoratori sul piede di guerra dopo il sequestro

Incontro al Comune di Salerno tra il sindaco di Vincenzo Napoli e i sindacati. L’impianto è stato sequestrato dalla magistratura che indaga sulle false autorizzazioni e sul danno ambientale. Cammarano (M5S): “L’impianto va delocalizzato”.
A cura di Angela Marino
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Dopo il sequestro dello stabilimento delle Fonderie Pisano avvenuto ad opera del Noe dei Carabinieri i lavoratori della fabbrica di Fratte (Salerno) si mobilitano per il proprio futuro occupazionale. I lavoratori hanno tenuto un'assemblea sindacale sul futuro dello stabilimento a cui è seguita una manifestazione sotto la sede del Municipio a Palazzo di Città. "Vogliamo capire qual è la posizione del Comune di Salerno e quali azioni intendono adottare nei confronti delle Fonderie Pisano" ha dichiarato all'Ansa Anselmo Botte della Cgil di Salerno. Il sindaco Vincenzo Napoli ha ricevuto una delegazione di lavoratori ribadendo l'attenzione dell'amministrazione comunale rispetto alla vicenda delle Fonderie. "Rispetto agli ultimi provvedimenti della magistratura il Comune non ha competenza – ha detto il Sindaco Napoli in una nota – esprimiamo piena fiducia nell’operato dei magistrati confidando in un celere accertamento di tutti gli elementi d’indagine".

Le fonderie sono state sequestrate per ordine della magistratura che ha aperto un'inchiesta coordinata dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri iscrivendo nel registro degli indagati sette persone tra cui i coamministratori della Fonderie Pisano e un funzionario della Regione Campania. I pm Carlo Rinaldi, Maricarmela Polito e Silvio Guarriello, insieme al procuratore capo Corrado Lembo, contestano l'abuso d'ufficio e la falsità materiale e ideologica per i rilascio dell'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale grazie alla quale l'opificio funziona. L'attività dello stabilimento è stata contestata per lungo tempo dai comitati dei cittadini del territorio che hanno denunciato incessantemente l'inquinamento ambientale, lo scarico illecito di rifiuti e l'aumento delle patologie respiratorie dovute all'attività invasiva della fabbrica. Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano: " Nessuna guerra tra poveri, i lavoratori vanno tutelati – ha detto l'esponente grillino in un comunicato stampa – nessuno deve usare l'odioso ricatto del posto di lavoro". "Chiediamo tutele per i lavoratori delle Fonderie Pisano – ha proseguito Cammarano – credo che l'incontro del 30 giugno prossimo, a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico può essere un inizio per avviare un percorso per delocalizzare l'impianto e tutelare i posti di lavoro".

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