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Forcella, un ulivo per ricordare Maikol Russo, vittima innocente della camorra

Un albero di ulivo è stato invasato oggi, 31 dicembre, in piazza Calenda a Forcella per ricordare Maikol Giuseppe Russo, il giovane di 27 anni, vittima innocente di camorra, ucciso 4 anni fa da una pallottola vagante durante una “stesa”. Alla cerimonia presente la moglie Angela. L’albero verrà a affiancato da una installazione per ricordare il ragazzo.
A cura di Nico Falco
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Un piccolo ulivo è stato invasato in piazza Calenda, a Forcella, nello spazio davanti al teatro Trianon Viviani, per ricordare Maikol Giuseppe Russo, il giovane napoletano vittima innocente della camorra, ucciso in un raid da un commando che aveva aperto il fuoco per una "stesa". L'albero è stato offerto dall'associazione dei commercianti "‘A Furcella", sarà affiancato da una installazione artistica che ricorderà il ragazzo.

Il 31 dicembre 2015 Maikol Giuseppe Russo era in piazza Calenda, a Forcella. Aspettava che il fratello finisse il turno per tornare a casa con lui. Ventisette anni, padre di due figli di 2 e 5 anni, Maikol si arrangiava come ambulante, vendeva calzini sul Corso Umberto I. Era uno dei periodi in cui i contrasti tra gruppi criminali erano sfociati nelle "stese", e un commando, quella sera, arrivò proprio in piazza Calenda.

La cerimonia, alle 12 di oggi, 31 dicembre, quarto anniversario della morte, è stata introdotta da don Luigi Calemme, parroco della chiesa Santissima Annunziata Maggiore. Erano presenti la moglie Angela, Carmela Sermino, moglie di Giuseppe Veropalumbo, ucciso da una pallottola vagante il 31 dicembre di 12 anni fa a Torre Annunziata, e Giannino Durante, padre di Annalisa, la 14enne uccisa da un proiettile a Forcella il 27 marzo 2004; in rappresentanza del Comune di Napoli, gli assessori Eleonora De Majo e Alessandra Clemente. Presenti il comandante regionale dei Carabinieri generale Maurizio Stefanizzi ed il comandante provinciale Canio Giuseppe La Gala, ed il cavaliere del lavoro Stefania Brancaccio.

"La cerimonia – dicono gli organizzatori – vuole essere un segno tangibile per ricordare e soprattutto indicare, nel tenace e fiero alberello, un passaggio a un processo di crescita generativo che, partendo da quell’assurdo olocausto, indichi un percorso di crescita e di cambiamento virtuoso, che, già iniziato nel quartiere, deve svilupparsi e irrobustirsi nel tempo".

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