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È morto Luciano De Crescenzo

Le foto di Luciano De Crescenzo tornano in libreria: riecco “La Napoli di Bellavista”

Ristampato lo storico (e ormai introvabile) libro fotografico di Luciano De Crescenzo “La Napoli di Bellavista”: all’interno decine di immagini in bianco e nero degli anni Settanta e Ottanta scattate dallo stesso ingegnere-filosofo-scrittore e regista che aveva anche il ‘pallino’ delle fotografie.
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Luciano De Crescenzo mentre fotografa
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La meravigliosa copertina, una coppietta che passeggia nei meandri della Duchesca con una andatura alla Charlie Chaplin (o alla Totò) è ben nota a tanti napoletani che avranno già visto questo libro sugli scaffali dei genitori o in casa dei nonni. Ora la notizia è di quelle che sicuramente faranno piacere: "La Napoli di Bellavista – Sono figlio di persone antiche", il volume di fotografie di Luciano De Crescenzo sarà di nuovo in vendita, ristampato come la prima storica edizione messa in vendita giusto 40 anni fa, comprendente anche fotografie poi eliminate nel corso degli anni. Il manifesto del libro fotografico campeggia in piazzetta Corpo di Napoli, lì dove c'è il Museum shop di Francesco Di Bennardo che cura la ristampa dell'opera, nata per volontà di Paola De Crescenzo, figlia del poliedrico ingegnere-filosofo-regista-scrittore morto il 18 luglio 2019, un mese prima di compiere 91 anni. Il volume è curato in collaborazione con l’Agenzia Letteraria Delia e Enclopius Edizioni, con la consulenza grafica di Alfredo Cozza e il Laboratorio Grafico MEF.

Il professor Gennaro Bellavista tratteggiato da De Crescenzo, prima d'esser protagonista di un libro e di due film di successo fu anche pretesto per pubblicare questa serie di foto dolci, ironiche, amare e malinconiche. Raccontano la Napoli dei vicoli in contrasto con quella industriale, quella della tradizione, dei vizi e delle virtù, sempre con sguardo sornione, consapevole, mai giudicante anche se per alcuni aspetti severo. Molti successivamente hanno cercato di ‘leggere' Napoli, la più chiara e la più indecifrabile delle città d'Europa con uno scatto, ci sono riusciti in pochi. De Crescenzo fece diventare quelle foto veri e propri quadretti che poi si ritrovano in "Così parlò Bellavista" e nel sequel, il "Mistero di Bellavista". Al netto delle ristampe e dell'inevitabile dell'impennata post-mortem dei libri del filosofo-ingegnere, "La Napoli di Bellavista" può essere l'occasione per riscoprire e riassaggiare luoghi, gesti, volti che ormai sembrano perduti nel tempo.

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La storia di “La Napoli di Bellavista. Sono figlio di persone antiche”

Nel 1857 Francesco De Bourcard, editore e scrittore napoletano, pubblicò un libro intitolato: Usi e costumi di Napoli e dintorni, riedito dalla Longanesi. Per quest’opera il De Bourcard si avvalse dell’aiuto dei maggiori scrittori napoletani dell’epoca, quali il Mastriani, il Rocco, il Dalbono, e di grandi pittori come Filippo Palizzi, Paolo Mattei e Teodoro Duclere. Un secolo dopo Luciano De Crescenzo sentì il bisogno di rifare il punto della situazione. Non avendo a disposizione un Palizzi, per le immagini utilizzò la sua macchina fotografica: «mille mestieri» , descrizioni, . 150 fotografie e e una trentina di «fattarelli» bellavistiani che danno al lettore la sensazione di vivere all’interno di questa stranissima città. Si tratta di flash, interviste e racconti che a volte divertono e a volte fanno pensare.

Racconta Paola De Crescenzo, figlia di Luciano:

“Alla fine degli anni Settanta, e più precisamente nel 1979, Arnoldo Mondadori Editore pubblicava “La Napoli di Bellavista”, un volume in cui mio padre aveva deciso di raccogliere una selezione di scatti raccolti tra i vicoli di Napoli. La fotografia è stata una tra le sue più grandi passioni, e questo libro, ormai da anni introvabile sugli scaffali delle librerie, è forse la raccolta iconografica che più di tutte è riuscita a mettere insieme due dei principali aspetti che hanno caratterizzato la sua Opera: l’ironia e l’amore per Napoli” “Con questa nuova edizione mi auguro di esaudire il desiderio dei tanti che, per un motivo o per un altro, non sono riusciti ad acquistare il volume originale”.

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