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Fu scambiato per un boss e ucciso: a Ercolano intitolata una strada a Salvatore Barbaro

Un largo intitolato a Salvatore Barbaro, il giovane di Ercolano ucciso il 13 novembre 2009 su via Mare. Il ragazzo venne scambiato per un boss solo perché aveva un’automobile “simile” a quella del vero obiettivo dei sicari. Il sindaco Ciro Buonajuto: “Questo largo dovrà ricordarci per sempre cosa era Ercolano affinché non tornino più quei tempi”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il Largo intitolato a Salvatore Barbaro nel Rione di via Mare di Ercolano.
Il Largo intitolato a Salvatore Barbaro nel Rione di via Mare di Ercolano.

Un piazzale dedicato a Salvatore Barbaro, il ragazzo di Ercolano che venne ucciso "per errore" dalla camorra nel novembre 2009. Salvatore si trovava nella sua automobile quando i sicari lo crivellarono di colpi, convinti si trattasse del loro reale obiettivo. Solo dopo diversi anni la giustizia è riuscita a riabilitare il suo nome: a marzo di quest'anno sono arrivate le condanne della Corte di Assise d'Appello di Napoli, che ha confermato in secondo grado tre ergastoli, per il boss Natale Dantese, considerato il mandate dell'omicidio, Pasquale Spronello e Antonio Sannino, considerati i complici del killer, Vincenzo Spagnuolo, condannato invece a trent'anni di reclusione con rito abbreviato.

Il largo scelto si trova su via Mare, nei pressi del Parco Archeologico di Ercolano, proprio dove Salvatore venne ucciso il 13 novembre del 2009. Lo ha comunicato il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto (Partito Democratico), spiegando di aver approvato in consiglio comunale la delibera con la quale avverrà l'intitolazione del piazzale alla giovane vittima innocente di camorra. "Per prima cosa, ho comunicato la notizia ai familiari di Salvatore e al procuratore Filippelli che ha coordinato le indagini che hanno portato alla cattura e alla condanna dei responsabili del delitto", ha spiegato Buonajuto, "Largo Salvatore Barbaro dovrà ricordarci per sempre cosa era Ercolano affinché non tornino più tempi i in cui qui era possibile essere ammazzati solo perché si guidava una macchina dello stesso colore di quella del boss".

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