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Furti ai calciatori del Napoli, la Procura indaga: Genny ‘a Carogna tra i possibili interrogati

Si indaga sulle recenti vicende di furti ai calciatori del Napoli seguiti all’ammutinamento dopo la gara contro il Salisburgo. La Procura sta valutando l’ipotesi di aprire un fascicolo: tra i possibili interrogati anche Gennaro De Tommaso, detto Genny ‘a Carogna, già da tempo collaboratore di giustizia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Furti ai calciatori del Napoli, ora si indaga anche in un'altra direzione: la Procura di Napoli sta valutando infatti l'apertura di un fascicolo sulle vicende recenti legate al tentativo di furto in casa di Allan al quale è seguito un furto della carta di circolazione dall'automobile di Zielinski. Il tutto all'indomani dell'ammutinamento della squadra dopo la gara con il Salisburgo, terminata con il "tutti a casa" senza rispettare il ritiro ordinato dalla società. Da quel momento, l'ambiente si è di fatto lacerato: i tifosi contestano alla squadra uno scarso attaccamento alla maglia ed al presidente una cattiva gestione della vicenda, così come la società sta valutando di aderire alle vie legali contro i suoi tesserati e la posizione stessa dell'allenatore Ancelotti non sia più solida come prima.

Al di là della figuraccia, a livello mondiale, la vicenda per ora resta sospesa: i carabinieri, da parte loro, fanno sapere che i furti ai calciatori del Napoli potrebbero essere semplici "episodi criminali", non legati al calcio. Ma la Procura sta vagliando ogni strada: e non è escluso che, con l'apertura di un fascicolo, vengano sentiti anche altre figure criminali che in qualche modo sono state legate a vicenda calcistiche. Tra tutti, Gennaro De Tommaso, detto Genny ‘a Carogna, già detenuto da tempo ed oggi diventato collaboratore di giustizia. Nell'immaginario collettivo, la sua figura è legata alla finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 tra Fiorentina e Napoli a Roma, prima della quale morì anche Ciro Esposito. In quell'occasione, l'immagine di Genny ‘a Carogna sulla recinzione che divideva gli spalti dal campo con le braccia allargate ed i successivi "dialoghi" con i calciatori fecero il giro del mondo, "legando" in qualche modo la sua presenza alla gara stessa ed al successivo "via libera" a disputarla nonostante i fatti all'esterno dello Stadio Olimpico e la morte del giovane tifoso napoletano.

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