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Gay Pride 2018 a Pompei, insorge il sindaco: “Mai autorizzato, l’ho saputo dai giornali”

Polemico il primo cittadino della città: “Non è così che si procede”. Duro affondo anche da parte degli esponenti campani di Fratelli d’Italia: “Provocatorio portare le oscenità del Gay Pride in una città che è meta di pellegrini e fedeli da tutto il mondo”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Dura polemica nei confronti del Gay Pride 2018 regionale, che quest'anno è stato organizzato a Pompei: ad aprirla è stato il sindaco della cittadina pompeiana, che ha spiegato di aver "scoperto" di questa organizzazione solo dai media, e di non aver dato invece alcuna autorizzazione al riguardo. "Mai autorizzata la manifestazione", ha spiegato Pietro Amitrano, sindaco della cittadina dallo scorso giugno, "ho appreso della decisione del Gay Pride dal web, e sono stato messo davanti al fatto compiuto. Trovo quanto meno scorretto", ha proseguito il primo cittadino, "dover apprendere così che "il 30 giugno si terrà a Pompei il Gay Pride 2018". Non è così che si procede", ha concluso Amitrano.

Ma quella del sindaco di Pompei non è l'unica voce "fuori dal coro": anche Fratelli d'Italia ha contestato la decisione di scegliere la città pompeiana come sede del Gay Pride regionale. "Le associazione LGBT sappiano che riteniamo questa idea una provocazione di basso profilo ed in quanto tale, se andremo al Governo del Paese il prossimo 4 marzo, e state certi che ci andremo nonostante tutto e tutti, faremo tutto quanto in nostro potere per impedirla". Lo hanno spiegato con una nota congiunta Nello Savoia, neo-portavoce provinciale di Fratelli d'Italia, Luigi Mercogliano, responsabile regionale Dipartimento Vita e Famiglia, ed il consigliere regionale Luciano Passariello.

"Riteniamo provocatoria la scelta di portare le oscenità del Gay Pride nella città mariana che è meta di pellegrini e fedeli da tutto il mondo", prosegue la nota di Fratelli d'Italia, "La libera espressione del pensiero non è messa in discussione, per quanto distante anni luce dalla nostra. Quello che si contesta è l'arroganza con la quale le associazioni del mondo omosessuale, con l'avallo puntuale e costante delle sinistre, attaccano luoghi sacri come la città di Pompei che è sede del Santuario della Madonna senza il minimo rispetto per i culti religiosi che questi luoghi rappresentano per milioni di fedeli nel mondo, pensando", concluse la nota, "di poter sfilare liberamente per le strade della città con le loro carnevalate. Auspichiamo che su questo tema si esprima finalmente anche la Curia Arcivescovile e la Santa Sede facendo sentire forte la voce della Chiesa".

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