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Noemi ferita dalla camorra a Napoli

Gianfranco Gallo, lettera al killer che sparò a Noemi: “La tua non è vita. Ora chiedi perdono”

“Dalle foto con la tua famiglia, si nota una cosa: tutti sorridono, tranne te, tu ti porti il Male dentro. Io ti dico che sei ancora in tempo, scegli di stare meglio. Credimi i soldi non valgono una vita, a cominciare dalla tua” l’attore napoletano Gianfranco Gallo scrive ad Armando Del Re, presunto il killer che avrebbe sparato anche alla piccola Noemi di 4 anni.
A cura di Redazione Napoli
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 Gianfranco Gallo, attore napoletano, è primogenito di una grande famiglia di artisti che grazie al papà, il compianto Nunzio Gallo, da oltre 70 anni tiene alto il nome della scuola attoriale partenopea.  Nella sua lunga e fortunata carriera Gianfranco si è trovato spesso a ricoprire ruoli in sceneggiature di film o drammi teatrali che avevano la camorra come scenario. E ha maturato una certa sensibilità per tutto quel che riguarda certi atteggiamenti, certe modalità, anche un certo modo di parlare e di porsi, da camorrista. Forse anche per questo si è rivolto, su Facebook, ad Armando del Re, ritenuto il killer di piazza Nazionale che sparando all'impazzata per uccidere un altro uomo ha finito col colpire gravemente Noemi, di 4 anni.

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Ciao killer (?), io sono un napoletano come tanti napoletani, di estrazione sono mezzo e mezzo: da parte di mio padre ho il sangue rosso e popolare di Montecalvario, da parte di mia madre un pò di sangue blu. Sono proprio come molti napoletani dunque , sono sangue misto, come i ragazzi biondi dei quartieri e le donne spagnole di Via de' Mille. Io lo so che per molti scegliere qui è quasi impossibile, so che nascere in un posto o in un altro non è lo stesso, che la famiglia in cui cresci è determinante, che ci si può trovare nella disperazione più totale senza gli strumenti adatti per poterne uscire. Tu però, nell'immensa tragedia, sei stato fortunato, puoi scegliere.

Ti scrivo proprio per dirti che questa è la tua occasione. La tua luce sul pavimento del corridoio buio della sala ha un nome: Noemi. Quando gli esseri umani perdono la capacità di perdonare hanno decretato la loro stessa condanna ma non comprendere quando chiedere perdono, è "imperdonabile". In questo paradosso si consumano delitto e castigo. Io non credo nelle storielle sui santi o sul Dio incarnato o almeno non nel significato che gli danno e San Gennaro per me è solo il vessillo della mia città che , di fronte ad una possibile sventura, prega e si gratta i coglioni, magari contemporaneamente. Dalle foto con la tua famiglia, si nota una cosa: tutti sorridono, tranne te, tu ti porti il Male dentro. Io ti dico che sei ancora in tempo, scegli di stare meglio, non bene, oggi ti sarebbe difficile, ma meglio. Credimi i soldi non valgono una vita, a cominciare dalla tua. Sei uscito da un commissariato con 7 macchine tra Polizia, Carabinieri e Finanza come se fossi stato un vero Boss e sai perché? Per quella luce di cui ti parlavo prima che ha illuminato improvvisamente la tua esistenza, seguila. I napoletani veri sanno soffrire, il miracolo di San Gennaro viene al massimo due volte all'anno e non sempre, mica tutti i giorni.

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