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Gino Sorbillo su Facebook: “Basta, lascio Napoli”

L’annuncio dello storico pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo: “Basta, lascio Napoli”. L’annuncio poche ore dopo lo scoppio delle polemiche su alcune intercettazioni nelle quali un dipendente lascerebbe intendere che Sorbillo fosse a conoscenza che l’attentato camorristico subito a gennaio fosse in realtà indirizzato ad un’altra persona, e che avrebbe “sfruttato” la situazione a suo vantaggio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Gino Sorbillo annuncia l'addio a Napoli. Lo ha fatto con un post su Facebook che ha subito fatto il giro della rete, suscitando i commenti più disparati. L'annuncio arriva poche ore dopo la polemica che aveva investito lo storico pizzaiolo napoletano, che era stato indicato da diversi media come "colpevole" di aver sfruttato a suo vantaggio l'attentato camorristico dello scorso gennaio che sembrerebbe fosse indirizzato in realtà ad un'altra persona e che solo per caso avrebbe finito per danneggiare il suo locale.

Proprio poche ore fa, intervistato da Fanpage.it, aveva spiegato come fosse andata la vicenda: "È una polemica vergognosa, mi dispiace moltissimo essere finito in questa polemica, c'è chi ci sta sguazzando". Lo stesso Gino Sorbillo si era detto poi rincuorato dall'apprendere che la bomba non era diretta a lui, aggiungendo di essere tuttavia "meravigliato che si sia pensata una cosa del genere, ovvero buttare una bomba su un balcone, è una cosa allucinante".

La bomba e le indagini

Era notte tra il 15 ed il 16 gennaio di quest'anno quando un ordigno era esploso all'ingresso della pizzeria di Gino Sorbillo. La bomba procurò diversi danni all'ingresso del locale di via dei Tribunali, e portò centinaia di persone ed associazioni a scendere in piazza in segno di solidarietà. Poi pochi giorni fa, una svolta: dopo sei mesi di indagini, infatti, le forze dell'ordine hanno arrestato tre persone scoprendo che l'ordigno non era diretto a Sorbillo ma ad una famiglia che abita al primo piano sopra la pizzeria di via dei Tribunali. E che da alcune intercettazioni, sarebbe stato avvisato pochi giorni dopo da un suo dipendente che la bomba non era destinata a lui.

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