Giustizia troppo lenta, il boss che deve scontare 10 anni di carcere torna a casa
Troppo lunghi i tempi della giustizia italiana: e così Nicola Rullo, ritenuto essere uno dei boss reggenti del clan camorristico Contini, è tornato a casa. La scarcerazione è avvenuta per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Rullo si trovava nel carcere romano di Rebibbia, in regime di carcere duro, con a suo carico una condanna a dieci anni da scontare per reati legati al racket. Era in attesa da un anno e mezzo per la fissazione di una data del processo di Cassazione, dopo che in Appella era stato condannato per tentata estorsione, finendo così dietro le sbarre. Proprio la mancata fissazione del processo in Cassazione ha fatto sì che gli avvocati di Rullo presentassero appello al Tribunale del Riesame, chiedendone la scarcerazione: ed il loro ricorso è stato accolto.
Le polemiche ora fioccano: Rullo è ritenuto un pezzo grosso della camorra legata al clan Contini, molto radicato al Centro Storico, in diversi quartieri della città e nella zona che dal Vasto arriva all'Arenaccia. Rullo era stato arrestato in una villa ad Itri, in provincia di Latina, lo scorso 26 ottobre 2017, dopo che si era dato alla macchia il mese precedente, quando secondo i carabinieri aveva probabilmente capito che il suo ricorso in Appello contro la condanna di primo grado per estorsione aggravata da finalità mafiose sarebbe stato respinto. L'irruzione nella villa di Itri era avvenuta mentre Rullo dormiva nelle stanze al piano terra, dove si trovava anche Roberto Murano, suo uomo di fiducia. Nella stessa villa, al piano superiore, era stato invece trovato il nipote di Rullo, mentre nelle stanze adiacenti erano state anche ritrovati cento grammi di droga, marijuana ed hashish.