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Gomorra: la serie tv e la città

Gomorra 4, Don Luigi Merola: “Possibile che non venga introdotto un personaggio positivo?”

Il parroco, dalla pagina Facebook dell’Associazione “A Voce d’e Criature”, parlando delle prime indiscrezioni riguardanti Gomorra 4 e la possibile introduzione di un nuovo clan camorristico basato su quello reale dei Polverino: “Esiste anche lo Stato fatto di persone che credono nel loro lavoro che ogni giorno combattono per un ideale di giustizia”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Don Luigi Merola
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Duro attacco di Don Luigi Merola contro le prime indiscrezioni sulla trama della nuova stagione di Gomorra 4, la fortunata serie televisiva targata Sky, che dovrebbe contenere al suo interno una nuova famiglia camorristica, incentrata a quanto pare sullo storico clan dei Polverino, particolarmente attivo nell'area dell'hinterland ed a nord di Napoli. "Possibile", ha spiegato don Luigi Merola sulla pagina Facebook dell'associazione "A Voce d'e Criature", che "non abbiano introdotto, all'interno della serie,in tutti questi anni,figure di magistrati coraggiosi, impegnati nel loro lavoro, forze dell’ordine che sgominano interi clan".

"Stamattina voglio iniziare questa giornata con una riflessione che mi sta accompagnando da mesi: si riparla già tantissimo di Gomorra 4 e si dice che in questa serie irromperà la storia del clan Polverino. Fino ad ora si era parlato di Napoli e adesso la scena si sposterà anche in provincia, quasi come a voler coinvolgere un ulteriore parte di pubblico, quei ragazzi della provincia che si erano sentiti esclusi e questo mi preoccupa molto", spiega Don Merola nel post.

"Il dovere di cronaca è sacrosanto e lo è il diritto di poter raccontare ed inventare storie, ma possibile che regista, sceneggiatori e attori non si siano resi conto che i ragazzi purtroppo non fanno altro che emulare atteggiamenti e comportamenti di appartenenti ai clan?", prosegue poi la nota, "Possibile che non abbiano introdotto, all'interno della serie, in tutti questi anni, figure di magistrati coraggiosi, impegnati nel loro lavoro, forze dell’ordine che sgominano interi clan. Va anche bene raccontare della camorra", continua ancora, "ma esiste anche lo Stato fatto di persone che credono nel loro lavoro che ogni giorno combattono per un ideale di giustizia".

"Perché non fornire l’immagine di un ufficiale, di un magistrato che sia più forte dei camorristi, più preparato culturalmente ma anche più furbo, più scaltro? Purtroppo", conclude la nota, "si dà ancora una volta risalto alla figura di un camorrista “eroe”, senza paura, i cui comportamenti e il modo di parlare saranno per l’ennesima volta scimmiottati da una generazione che di tutta questa storia sta conoscendo solo il Male. Riflettiamo".

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