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Guasto alla linea Alta Velocità Roma-Napoli, passeggeri lasciati a piedi ad Afragola

I viaggiatori costretti a scendere alla “porta del Sud” per un guasto agli impianti di circolazione sulla linea Alta Velocità Roma-Napoli. Panico e proteste in attesa di riuscire a raggiungere Napoli senza servizio bus e taxi. Ritardi consistenti anche di sessanta minuti per i convogli provenienti dalla Capitale.
A cura di Claudia Procentese
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Brutta disavventura stasera per i passeggeri di Italo treno che sarebbero dovuti arrivare a Napoli alle 19,43 e invece, intorno alle 20, sono stati costretti a scendere alla stazione di Afragola. Scelta forzata visto che la voce dall’altoparlante a bordo del convoglio 9989, proveniente da Roma Termini, avvisava che i treni da e per Napoli e Salerno avrebbero subìto ritardi fino a 60 minuti a causa di un guasto agli impianti di circolazione sulla linea Alta Velocità Roma-Napoli. Già nella capitale la partenza prevista per le 18,33 aveva subìto un ritardo di dieci minuti, ma nessuno si aspettava l’improvviso avvertimento ai viaggiatori che le carrozze si sarebbero fermate ad Afragola in attesa di riparare il danno. All’iniziale traffico ferroviario rallentato, quindi, si è aggiunta la beffa di essere lasciati a piedi nel mezzo delle campagne afragolesi.

Momenti di panico  e di proteste da parte degli utenti della rete Ferroviaria Italiana in una delle giornate più calde di questo inizio estate. «Ci hanno detto che non è attivo nemmeno il servizio ristorazione, niente acqua e cibo, che fine facciamo qui?» la denuncia ad alta voce di un papà con un bimbo in braccio. Scesi tutti dal vagone, è cominciata la lunga odissea per raggiungere Napoli. «C’è un bus? Esiste un taxi o una navetta? Ci dicono che possiamo anche aspettare? Ma dove, nel deserto con 40 gradi all’ombra? E se poi i 60 minuti diventano il doppio?». La hostess, accerchiata dalla folla, ha cercato di dare le spiegazioni in suo possesso, scusandosi per l’inconveniente e rispondendo alle lamentele di chi voleva essere rimborsato il biglietto per il disagio. Il tramonto mozzafiato sulla piana del Comune a nord di Napoli, in mezzo agli spazi di luce del gioiello architettonico progettato dall’archistar anglo-irachena Zaha Hadid, non ha alleggerito la preoccupazione dei numerosi viaggiatori che, alla fine, si sono auto-organizzati alla buona per cercare di raggiungere la stazione centrale di Napoli. In fila indiana sulle scale mobili o a gruppi lungo gli enormi corridoi alla ricerca del miraggio di un punto ristoro, la lunga carovana, per lo più di pendolari della tratta Napoli-Roma, ha vagato qualche ora prima trovare una soluzione al rientro a casa. Chi si è fatto venire a prendere da amici e parenti, chi ha scroccato il passaggio. «Questa non è la “porta del Sud”, ma il labirinto dove è fuggito pure il Minotauro». A qualcuno è scappata anche la battuta, «perché di positivo c’è che questa stazione non l’ho mai vista così affollata come ora».

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