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I primi due pacemaker “wireless” impiantati all’ospedale Moscati di Avellino

L’innovativo intervento è stato effettuato nell’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale Moscati di Avellino: si tratta dei primi due pacekamer – dispositivi che tengono sotto controllo le anomalie del battito cardiaco – senza fili.
A cura di Valerio Papadia
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Operazione innovativa e di successo quella effettuata nell'Unità Operativa di Cardiologia-Utic dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, dove l'equipe medica guidata dagli aritmologi Francesco Rotondi, Fiore Candelmo e Felice Nappi ha impiantato i primi due pacemaker – ovvero i dispositivi che tengono sotto controllo le anomalie del battito cardiaco – senza fili, "wireless" per intenderci. Si tratta di una capsula delle dimensioni di circa due centimetri che viene rilasciata direttamente all’interno del cuore, senza collegamenti che attraversano il sistema venoso: l'intervento è stato reso necessario dal momento che i pazienti presentavano un quadro clinico tale da non permettere l'installazione del tradizionale pacemaker.

"La capsula viene rilasciata all’interno del cuore attraverso una vena dell’inguine e si ancora saldamente alle pareti cardiache, dove svolge il suo ruolo di ‘sentinella', rilasciando impulsi elettrici se vengono rilevati ritmi inadeguati" spiega Emilio Di Lorenzo, direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia dell'ospedale Moscati. Le capsule hanno la stessa funzionalità dei pacemaker tradizionali ma, come si evince dalle parole del professor Di Lorenzo, non necessitano di un intervento chirurgico per essere impiantate.

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