Il boss Pasquale Zagaria resta ai domiciliari: gli atti alla Corte Costituzionale
Non rientrerà in carcere il boss dei Casalesi Pasquale Zagaria: il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha infatti sollevato una eccezione di illegittimità costituzionale del decreto numero 29/2020, emanato per frenare la scarcerazione dei boss durante la pandemia di coronavirus. Ora gli atti passano alla Corte Costituzionale a cui spetta l'ultima parola: nel frattempo, il boss resta ai domiciliari nel Bresciano.
La vicenda sulle scarcerazioni "eccellenti", dunque, appare ancora lontana dall'essere chiusa. Tutto era iniziato quando lo scorso 24 aprile, il boss dei Casalesi Pasquale Zagaria era stato mandato ai domiciliari per gravi problemi di salute: a causa del cancro, è sottoposto infatti a chemioterapie, ma in piena pandemia non poteva più continuare le cure a Sassari (dove è detenuto in regime di 41 bis), con il locale ospedale riconvertito per i malati di CoViD-19. E così, era stato spedito nel Pontevico, nel Bresciano, in piena zona rossa del coronavirus, fino al 22 ottobre 2020.
Una decisione che fece discutere, proprio per la posizione geografica del piccolo comune lombardo (nel quale è cresciuta Francesca Linetti, la moglie di Zagaria, e dove è tornata a vivere coi figli dopo aver lasciato Casapesenna). Lo scorso 10 maggio, il governo aveva emanato un decreto legge che regolasse le scarcerazioni soprattutto dei boss, e proprio in virtù di questo il Tribunale di Sassari (competente per Zagaria) aveva rivalutato la posizione di Pasquale Zagaria. Oggi la decisione: niente rientro in carcere e domiciliari confermati, perché sul decreto stesso è stato sollevato un dubbio costituzionale. Pasquale Zagaria resta dunque a Pontevico, nell'attesa che la Corte Costituzionale si esprima in merito al dubbio espresso dal tribunale sardo.