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Il Comune di Napoli apre ai Bitcoin: De Magistris vuole la sua criptovaluta

Il Comune di Napoli ha intenzione di istituire – come si legge sul sito ufficiale – un gruppo di lavoro su base volontaria non solo per permettere il pagamento di servizi offerti con criptovalute, ma addirittura crearne una nuova: de Magistris, dunque, sulle orme del presidente venezuelano Maduro, che all’inizio del 2018 ha lanciato Petro, la criptomoneta del Paese Sudamericano.
A cura di Valerio Papadia
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Napoli come il Venezuela, de Magistris come Maduro. Procediamo per gradi. Oggi, sul sito del Comune di Napoli, è apparso un avviso di chiamata pubblica per istituire un gruppo di studio volontario sulla tecnologia del blockchain (ci ritorneremo a breve), per capire come istituire il pagamento dei servizi offerti dall'amministrazione con le criptovalute e addirittura per cercare di istituirne una nuova, proprio come il presidente venezuelano ha fatto all'inizio del 2018, lanciando la criptomoneta del Paese Sudamericano, Petro. Come molti sanno le criptovalute – la più famosa è il noto bitcoin – sono una sorta di moneta virtuale che nonostante l'alta volatilità – le oscillazioni del suo valore sono molto repentine – da molti è considerata la valuta del futuro, che sostituirà la carta delle banconote e il ferro delle monete. Ne è convinto, evidentemente, anche il sindaco de Magistris, che ha deciso che Napoli dovrà avere la sua criptovaluta. Per questo – e sul sto del Comune c'è un apposito form per candidarsi – si cercano esperti per creare un gruppo di lavoro teso al raggiungimento di tale scopo.

Cos'è la blockchain

Tra gli obiettivi del gruppo di studio, come si legge sempre sul sito dell'amministrazione comunale, c'è quello dell'utilizzo di una blockchain all'interno dei processi amministrativi della macchina comunale. Ma cos'è una blockchain? Si tratta di una sorta di database che però, anziché poggiare su un unico server, condivide informazioni tra tutti i soggetti che sono connessi nella stessa rete, così che ognuno di loro possa avere accesso alle informazioni. In più, la trasparenza e l'affidabilità delle informazioni condivise all'interno di una blockchain – in inglese, letteralmente, catena di blocchi – è garantita dal fatto che, una volta trascritta, l'informazione non può essere modificata, ma se ne possono aggiungere soltanto di nuove.

L'esperienza (fallita) dei Napo

E pensare che il sindaco de Magistris, nei primi tempi del suo primo mandato, aveva già provato a creare una specie di moneta, in quell'occasione cartacea, il Napo, che circolasse in città. Si trattava in realtà di una banconota-sconto che i cittadini potevano utilizzare per pagare alcuni servizi o presso alcuni esercizi commerciali. Dopo un iniziale exploit, Napo cadde nel dimenticatoio, fino a naufragare dopo la scadenza della sua validità.

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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