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Il Comune di Napoli e quelli della provincia al collasso a causa di “quota 100”

Sono migliaia i lavoratori che sfrutteranno l’opzione concessa dal Governo Conte, nonostante si perdano parecchi soldi e benefit: non solo avranno un taglio sull’assegno pensionistico, ma non riceveranno più i ticket pasto ed i premi di produttività. Nulla, però, in confronto alla ritrovata serenità.
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Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli.
Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli.

I Comuni della provincia di Napoli sono ormai al collasso a causa di “quota 100” e del pensionamento anticipato di migliaia di lavoratori del comparto pubblico. In alcuni casi i lavoratori già non si stanno più presentando in ufficio: si tratta di quelli più necessari a far camminare la macchina amministrativa, perché a loro, ogni anno, erano state negate le ferie ed ora hanno la necessità di fruirne in un’unica soluzione e, per questo motivo, sono a casa senza aspettare il primo agosto prossimo, prima finestra fissata dal Governo Conte.

Solo a Napoli sono quasi quattrocento i dipendenti che saluteranno a breve l’ente di palazzo San Giacomo. Nello specifico, si tratta di sessanta agenti di polizia municipale e di 326 tra dirigenti, impiegati, tecnici, uscieri. I tempi per le sostituzioni saranno molto lunghi: è necessario, infatti, predisporre bandi di mobilità e poi concorsi. Si tratta di procedure obbligatorie per legge che non erano state preventivate dai singoli Comuni. In alcuni casi si potrà tamponare l’emergenza facendo scorrere le graduatorie degli idonei di precedenti concorsi o utilizzare graduatorie di altri enti pubblici, a partire dal Formez. E’ chiaro, però, che l’emergenza c’è tutta e che è possibile uno stop o gravi ritardi in molti servizi pubblici nei prossimi mesi.

Molti Comuni stanno aspettando che sia avviato il Piano per il Lavoro lanciato dalla Regione Campania e fortemente voluto dal governatore Vincenzo De Luca per assumere diecimila persone. Tuttavia, si tratta di una procedura appena avviata e di cui non è dato sapere i tempi della conclusione. E’ possibile che ci voglia almeno un anno prima che ci siano delle nuove assunzioni ed i Comuni, ormai allo stremo, non possono aspettare, anche perché nei prossimi due o tre anni è previsto un altro esodo di massa, visto che l’età media dei dipendenti comunali in Campania è molto alta.

Chi ha deciso di sfruttare “quota 100” lo fa per vari motivi: il principale è che, ormai, lavorare in un settore pubblico decisamente sotto organico e con competenze che negli ultimi anni sono state allargate a dismisura e diventato realmente faticoso nonostante la retorica sui “fannulloni”. Chi andrà via, infatti, perderà molti soldi, nell’ordine delle migliaia di euro ogni anno. Basti che pensare che con il pensionamento anticipato, avendo versato meno contributi, la pensione sarà più bassa di quella che si sarebbe ricevuto rimanendo fino al termine anagrafico o al massimo di anni previsti per il lavoro. Poi gli ormai ex dipendenti comunali perderanno altri benefit, a partire dai ticket pasto, che in alcuni casi superano i 140 al mese, i premi di produttività e la possibilità di guadagnare qualcos’altro facendo lavoro straordinario o progetti specifici. Nulla, però, in confronto con la serenità del pensionamento.

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