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Il degrado di Piazza Garibaldi, tra bancarelle abusive e lavori infiniti

La centralissima piazza partenopea, punto nevralgico e di passaggio obbligatorio per turisti e pendolari, sempre più nel degrado. Tra bancarelle abusive e lavori infiniti, mentre sempre più residenti denunciano la scomparsa di indumenti e scarpe, specialmente di bambini, e “rivenduti” poi in strada.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il degrado di Piazza Garibaldi non sembra conoscere limiti. La centralissima piazza napoletana, passaggio obbligato per migliaia di pendolari e turisti ogni giorno, è ormai "preda" di mercatini abusivi più o meno tollerati ma praticamente sempre illegali. Ed anche i residenti, ormai, si lamentano delle condizioni della piazza, troppo spesso adibita a vera e propria casba.

In realtà, del significato originale della parola araba (che deriva dal latino castra, fortezza) c'è ben poco. Piazza Garibaldi, infatti, appare spesso una vera e propria "terra di nessuno", dove chiunque (italiano o straniero), si organizza come meglio può per allestire una bancarella artigianale (ed abusiva). Si va dal classico "pacco" rifilato ai turisti di passaggio, alla vendita di indumenti e scarpe che trasformano i marciapiedi in autentiche "distese", spesso costringendo anche chi cammina sugli stessi a "percorsi obbligati" per evitare di calpestare la "merce" esposta. Ma i residenti lamentano anche altri problemi, come la "scomparsa" di indumenti e scarpe sia dagli androni dei palazzi sia dai balconi. Di fatto, "merce nuova" che poi viene venduta sulle improvvisate bancarelle a prezzi stracciati, trattandosi di "puro guadagno" (illecito). La merce più "ricercata" pare essere quella destinata ai bambini.

Con i lavori che proseguono, e la cui fine sembra ancora lontana (per un termine, si attende almeno il 2019), la situazione resta particolarmente grave. Anche perché ogni giorno, oltre alle migliaia di pendolari, transitano sempre più turisti, costretti ad assistere ad uno spettacolo non certo edificante. Una situazione che fa il paio con quella vissuta da chi sbarca all'aeroporto di Capodichino e si ritrova in mezzo al nulla, in attesa che venga prolungata la linea della metropolitana. Due biglietti da visita, insomma, non proprio gradevoli per il capoluogo partenopeo.

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