576 CONDIVISIONI

Enzo Gragnaniello ai giovani: “Non dobbiamo avere paura di quattro pidocchi che fanno rumore”

Duro affondo del cantante napoletano contro la violenza: “Siamo un grandissimo popolo, loro quattro pidocchi”. Ed ai giovani: “Guardate chi vi ha preceduto, c’è chi è morto, chi si è pentito, la coscienza è come una banca”. Già nei giorni scorsi anche il ballerino Roberto Bolle aveva invitato i giovani a non credere “al successo facile, perché non vi lascerà nulla”
A cura di Giuseppe Cozzolino
576 CONDIVISIONI
Enzo Gragnaniello (LaPresse)
Enzo Gragnaniello (LaPresse)

"Quattro pidocchi che fanno rumore": così Enzo Gragnaniello, il popolare cantante napoletano, ha parlato ai giovani napoletani. Parole forti che arrivano dopo i recenti fatti di cronaca avvenuti a Napoli, con stese ed agguati che sembrano senza freni per le strade del centro. Del resto, le vicenda legate a Noemi, la bambina di 4 anni rimasta ferita in un agguato a Piazza Nazionale e finalmente fuori pericolo dopo 17 giorni di ricovero all'ospedale Santobono, ha lasciato il segno in tutto il paese e non solo a Napoli. E così quest'oggi, durante la presentazione al cinema Modernissimo del suo ultimo singolo intitolato "A' Delinquenza", anche l'artista napoletano ha voluto esprimere il proprio pensiero.

"I napoletani sono un grandissimo popolo, mentre questi sono quattro pidocchi che fanno rumore, che creano il terrore: ma noi non dobbiamo metterci paura". E poi, rivolto a quei giovani che impugnano le pistole, ha aggiunto: "Guardate quelli che vi hanno preceduto: alcuni sono morti, altri si sono pentiti, altri ancora oggi pregano con il rosario in mano perché la coscienza li martella. La coscienza è una banca perché quello che metti poi lo hai con gli interessi". Un messaggio che fa il paio con quello lanciato anche da altre persone dello spettacolo. Nei giorni scorsi anche il popolare ballerino Roberto Bolle, a Napoli per le due tappe dell'evento OnDance, aveva lanciato un messaggio simile, quanto aveva incontrato i ragazzi di Forcella nella biblioteca intitolata ad Annalisa Durante, giovane vittima innocente di camorra. "Non credete al successo facile, quello fatto di scorciatoie, perché non vi lascerà nulla", aveva spiegato Bolle, affiancato dallo scrittore Maurizio De Giovanni.

576 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views