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Napoletani scomparsi in Messico

Il mistero dei tre napoletani scomparsi in Messico: la Procura apre un’inchiesta

La Procura di Roma ha deciso di aprire un’inchiesta sul caso di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico lo scorso 31 dicembre: da allora, dei tre nessuno ha più notizie. Intanto la famiglia accusa le autorità messicane, che rimangono nel più assoluto silenzio sulla questione.
A cura di Valerio Papadia
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Sono ormai 20 giorni che di Raffaele Russo, venditore ambulante di 60 anni, di suo figlio Antonio, 25 anni, e di suo nipote Vincenzo Cimmino, 29 anni, nessuno ha più notizie: i tre napoletani sono scomparsi lo scorso 31 gennaio a Tecaltitlan, in Messico, e da allora nessuno ha più loro notizie. Dopo il Ministero degli Esteri, in costante contatto con le autorità messicane, anche la magistratura italiana si muove e comincia ad indagare su quello che sembra un vero e proprio mistero: la Procura di Roma ha infatti aperto un'inchiesta, a carico di ignoti, per indagare a fondo sulla scomparsa dei tre partenti napoletani.

La famiglia accusa le autorità messicane

Un'intera famiglia, residente nel quartiere Mercato, nel cuore di Napoli, è in ansia da circa un mese. I familiari di Raffaele, Antonio e Vincenzo, da giorni stanno diffondendo appelli su appelli affinché chi sappia qualcosa possa fornire informazioni utili sulla sorte dei tre uomini: l'ultimo lo hanno rivolto alle autorità italiane, dal momento che dal Messico c'è il più totale silenzio sulla vicenda. Per questo la famiglia accusa le autorità messicane: nelle ore successive alla scomparsa, i parenti hanno provato a contattare l'ufficio della polizia locale, che in un primo momento ha rivelato di aver arrestato Antonio e Vincenzo, e di non avere notizie di Raffaele. In una seconda telefonata, la polizia messicana ha negato la versione precedente e ha smesso di fornire informazioni alla famiglia.

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