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Il napoletano Giuseppe Borrelli nominato capo della Procura di Salerno

La commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio Superiore della Magistratura ha scelto Giuseppe Borrelli, attuale procuratore aggiunto di Napoli, come nuovo capo della Procura di Salerno. Manca solo il via libera del ministro della Giustizia e il voto del plenum, che saranno una formalità vista l’unanimità della scelta. Nomina significativa: è la prima dopo la bufera che ha travolto il Csm proprio sul terreno delle nomine.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto di Napoli e scelto come capo della Procura di Salerno.
Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto di Napoli e scelto come capo della Procura di Salerno.

Giuseppe Borrelli nuovo capo della Procura di Salerno: lo ha deciso la commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio Superiore della Magistratura, che lo ha scelto all'unanimità. Per la nomina definitiva, servono due ulteriori passaggi: il parere del ministro della Giustizia, ed il voto del plenum. Due passaggi praticamente "formali", visto che la commissione si è espressa già all'unanimità. Una scelta, quella di Borrelli (attuale procuratore aggiunto di Napoli) a nuovo capo della Procura di Salerno, che arriva in un momento particolare visto che è la prima decisione sul vertice di una Procura che viene presa da Palazzo dei Marescialli dopo la bufera che ha investito il Consiglio Superiore della Magistratura proprio per quanto riguarda la materia delle nomine: una bufera che ha poi portato all'auto-sospensione di un consigliere ed alle dimissioni di altri quattro.

La bufera nomine e l'inchiesta di Perugia

La bufera è quella scoppiata a Perugia, che indaga per presunta corruzione il pm di Roma Luca Palamarache in alcune riunioni organizzate da lui stesso avrebbe discusso degli assetti futuri delle procure con l’ex ministro Luca Lotti e l’ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (entrambi esponenti del Partito Democratico), partendo dalla nomina del successore di Giuseppe Pignatone alla Procura di Roma. Un'inchiesta che ha portato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a valutare una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, con tanto di intervento sul sistema elettorale delle toghe.

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