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Il Palabimbo dell’ospedale Santobono alla memoria di Sergio De Simone, cavia dei nazisti

Il Palabimbo dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli è stato intitolato alla memoria di Sergio De Simone, il bambino partenopeo di otto anni, ebreo, cavia dei nazisti – unico italiano – nel campo di concentramento di Auschwitz.
A cura di Valerio Papadia
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Sergio De Simone
Sergio De Simone

Da oggi il Palabimbo dell'ospedale Santobono di Napoli, nosocomio specializzato in pediatria, è intitolato alla memoria di Sergio De Simone, il bambino napoletano di 8 anni, ebreo, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz e utilizzato come cavia – unico italiano – per sperimentazioni pseudoscientifiche da parte dei nazisti, prima di essere assassinato come milioni di altri ebrei. La cerimonia ha generato tanta commozione, anche perché a raccontare la tragica storia del piccolo Sergio c'era il fratello Mario De Simone. Durante la giornata è stata svelata anche una targa intitolata al bambino vittima della crudeltà nazista, mentre un ulivo è stato piantato nel "giardino della memoria" dell'ospedale pediatrico partenopeo.

La scienza non dovrà mai più essere crudele né criminale. Noi ci battiamo ogni giorno affinché i bimbi abbiano le cure migliori" ha affermato Annamaria Minicucci, direttore generale dell'ospedale Santobono. Alla cerimonia erano presenti anche l'Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, il Rabbino della comunità ebraica di Napoli Ariel Finzi e Paolo Petralia, presidente dell'Associazione Ospedali Pediatrici Italiani.

Sergio De Simone, cavia dei nazisti, ucciso nei campi di sterminio

Originario del Vomero, quartiere collinare di Napoli, Sergio De Simone aveva otto anni quando venne deportato nel tristemente noto campo di concentramento di Auschwitz e poi in uno ad Amburgo, in Germania, dove fu assassinato il 20 aprile del 1945, poco tempo prima della Liberazione. Sergio De Simone è l'unico bambino italiano utilizzato come cavia per provare le strampalate teorie dei medici nazisti, primo tra tutti il dottor Josef Mengele, che usò i bambini come veri e proprio topi da laboratorio.

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