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Bloody Money, inchiesta su rifiuti e politica

“Il Pd vive come gli ebrei”: bufera sulla sparata di Vincenzo De Luca prima del 25 aprile

Figuraccia del governatore della Campania Vincenzo De Luca: ad un incontro con gli iscritti al Pd li paragona agli ebrei durante le leggi razziali. E lo fa a poche ore dalla celebrazione del 25 aprile, Festa di Liberazione. Insorge la comunità ebraica di Napoli: “Strumentalizzazione che offende chi ha patito in prima persona gli effetti della discriminazione antiebraica o ha risentito negli anni il peso delle esperienze dolorose vissute da familiari e amici”.
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"Il Pd vive come gli ebrei negli anni delle leggi razziali: braccati, umiliati e senza patria. Vincenzo De Luca parla agli iscritti del Partito Democratico al rione Luzzatti di Poggioreale, nel primo degli incontri organizzati per riannodare un filo lacerato da troppo tempo coi sempre minori aderenti al partito in città. Il repertorio è quello sferzante da comizio che ben conosce chi ascolta il presidente della Regione Campania; la frase sugli ebrei viene registrata ovviamente dai giornalisti che sono presenti all'appuntamento, aperto al pubblico. E lo trasforma in un momento, l'ennesimo, di polemica contro il partito, a poche ore dall'anniversario del 25 aprile, la festa di Liberazione dal nazifascismo.

Perché irrita la sortita, l'ennesima, dell'ex sindaco di Salerno? Perché già c'è una parte di elettorato che vota Pd ed è, usando un eufemismo «disturbato» dalle celesti corrispondenze d'amorosi sensi che Vincenzo De Luca ha da sempre con la destra in Campania, che – sono i dati a testimoniarlo – l'ha in parte votato durante le passate Elezioni Regionali. Ora, in un appuntamento che sa molto di inizio di (lunga) campagna elettorale per la ricandidatura del 2020, De Luca incappa in una gaffe proprio su uno degli argomenti che più irrita chi frequenta ancora – e sono sempre più pochi – i circoli del partito di centrosinistra: l'utilizzo di metafore ‘scorrette'.

Puntuale, arriva la sortita della Comunità Ebraica di Napoli: «Stupore e disappunto per parole con le quali si paragona la situazione del Pd attuale con quella degli Ebrei soggetti alle leggi razziali del 1938». «Facciamo presente al Governatore della Campania – si legge in una nota – che la privazione dei più elementari diritti civili e della stessa dignità degli Ebrei in seguito alle leggi razziali non è può essere utilizzata come termine di paragone per situazioni che afferiscono ai meccanismi della politica di qualunque Stato democratico e che, pertanto, l’essersi avventurati a farlo rappresenta una strumentalizzazione che offende chi ha patito in prima persona gli effetti della discriminazione antiebraica o ha risentito negli anni il peso delle esperienze dolorose vissute da familiari e amici».

Gli episodi dell’inchiesta

«In ogni caso – conclude la nota della Comunità Ebraica di Napoli – siccome per l’Ebraismo anche da episodi negativi può nascere qualcosa di positivo, ci auguriamo che questo inatteso scivolone del Governato della Campania, aiuti a comprendere la necessità di prestare maggior attenzione a parole e concetti utilizzati per discutere situazioni attuali in vari ambiti, al fine di evitare banalizzazioni che, oltre ad oltraggiare la memoria danneggino in primis l’immagine di chi se ne rende autore».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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