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Il vicepresidente della Campania contro Fanpage: “Tentativo vergognoso di confondere la realtà”

Dopo la terza puntata di Bloody Money, che vede coinvolti il direttore della Sma Biagio Iacolare, Mario Oliviero e il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, quest’ultimo ha attaccato duramente Fanpage.it: “Tentativo vergognoso di alzare un polverone e confondere la realtà”.
A cura di Valerio Papadia
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Non si ferma il terremoto sollevato dall'inchiesta Bloody Money di Fanpage.it sulla collusione tra affari, politica e camorra nello smaltimento dei rifiuti in Campania. Nella terza puntata dell'inchiesta, pubblicata oggi, si vedono Mario "Rory" Oliviero e Biagio Iacolare, presidente della Sma, la società di bonifica della Regione già implicata nella prima puntata con Lorenzo Di Domenico, prendere accordi con Nunzio Perrella sullo smaltimento illecito delle ecoballe, con Oliviero che prenderà dal gancio di Fanpage.it anche una valigetta contenente la loro percentuale concordata (ma che in realtà contiene solo spazzatura). Dopo la diffusione del video, Iacolare ha rassegnato le sue dimissioni, come era già capitato per Di Domenico.

Sull'inchiesta si è espresso adesso anche Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania, chiamato in causa da Iacolare nel video, in quanto doveva essere messo al corrente dell'affare in corso: "Com'è agevole ricavare dalla visione di un video riguardante lo smaltimento dei fanghi da depurazione, non c'è alcun riferimento che mi possa anche lontanamente accostare a condotte illecite. Peraltro, diversamente da quanto viene riferito nel video, non ho avuto alcun tipo d'informazione sul tema smaltimento fanghi, né prima, né dopo l'episodio riportato. Si rinnova il tentativo vergognoso di alzare polveroni e confondere la realtà dei fatti. Il nostro lavoro per affermare nuovi modelli di efficienza e legalità, sia nel ciclo dei rifiuti che nella depurazione, continuerà più forte e deciso di prima. Chi ha sbagliato renderà conto di tutto. Non guarderemo in faccia a nessuno, anche a tutela dei tanti dipendenti che nelle società regionali fanno il loro lavoro in modo onesto ed appassionato".

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