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Incendio di rifiuti a Caivano: la Procura indaga per rogo doloso

Sono in corso le indagini per stabilire la natura del vasto incendio che, lo scorso 25 luglio, ha bruciato alcuni rifiuti stoccati nell’azienda Di Gennaro Spa in zona Pascarola a Caivano, nella provincia di Napoli, facendo alzare un’altissima nuvola di fumo denso e nero e intossicando due persone: la Procura non esclude l’ipotesi del rogo doloso.
A cura di Valerio Papadia
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L'incendio di Pascarola (Caivano) nella foto pubblicata dal sindaco di Marcianise Velardi
L'incendio di Pascarola (Caivano) nella foto pubblicata dal sindaco di Marcianise Velardi

Sono entrate nel vivo le indagini per stabilire le cause del vasto incendio che, nel primo pomeriggio dello scorso 25 luglio, ha bruciato un cumulo di plastica e altri rifiuti stoccati nell'azienda Di Gennaro Spa in zona Pascarola a Caivano, nella provincia di Napoli, e che ha continuato a bruciare per ore, facendo alzare una densa nuvola di fumo nero che ha intossicato due persone e ha reso l'aria irrespirabile. Sulla vicenda indaga la Procura di Napoli Nord, con il procuratore Francesco Greco, l'aggiunto Domenico Airoma ed i sostituti Fabio Sozio e Patrizia Dongiacomo. I magistrati, per l'estensione del rogo, non escludono l'ipotesi del dolo, anche se si dovrà attendere l'esito dei rilievi effettuati dai vigili del fuoco per procedere all'apertura di un fascicolo.

Ad ogni modo, per ora l'ipotesi di reato è quella di incendio colposo, ma non si esclude che, con il prosieguo delle indagini, possano aggiungersi altri reati, come il dolo appunto, oppure il disastro ambientale, considerando l'alta nube che si è sprigionata a causa della combustione dei rifiuti, visibile in moltissimi comuni della Città Metropolitana di Napoli. In attesa degli esiti degli esami condotti dai pompieri, si attendono anche le indagini dei carabinieri, che stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza interne all'azienda nella speranza che abbiano catturato il momento in cui l'incendio è scaturito.

L'aria è ancora irrespirabile

Nonostante ieri i dati dell'Arpac – anche se parziali, trattandosi di un primo rilevamento – hanno dato qualche rassicurazione, mostrando come i livelli degli agenti inquinanti fossero nella norma, gli abitanti sono preoccupati e lamentano ancora l'aria irrespirabile. Vogliamo conoscere con certezza quali sono i rischi cui andiamo incontro, stiamo continuando a respirare aria tossica e ci dicono che dobbiamo stare in casa e non usare i condizionatori. Come si fa, con il caldo che c'è? L'Arpac dia i dati reali, invece di fare comunicati che vorrebbero far stare tranquille le persone e invece ottengono l'effetto contrario" dicono gli attivisti di Stop Biocidio.

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