Inceneritore Acerra, il Vescovo condanna la protesta: “No estremismi”
Seconda notte di presidio per i volontari ambientalisti e i cittadini acerrani che in queste ore protestano davanti all'inceneritore di Acerra bloccando l'ingresso dei camion carichi di rifiuti diretti all'impianto. I cittadini acerrani si oppongono all'arrivo delle ecoballe provenienti dal sito di stoccaggio di di Cava di Volpe di Eboli (Salerno) e, come annunciato nel corso di una manifestazione di protesta avvenuta pochi giorni fa in vista dell'arrivo dei rifiuti dal salernitano, sono intenzionati a continuare a bloccare l'entrata dell'impianto. Una protesta dura quella di mamme, studenti e volontari che ha suscitato la condanna del Vescovo del vescovo di Acerra Antonio Di Donna che invita a non cedere agli estremismi. Tuttavia, lo stesso vescovo che domenica aveva rivolto un appello alle istituzioni a fermare l'invio delle ecoballe salernitane e ad ascoltare le richieste dei cittadini, in una nota specifica di essere convinto che" qualsiasi giusta ragione debba passare attraverso tavoli istituzionali, senza alcun ricorso ad estremismi e a forme di violenza…ogni atto estremistico – conclude il documento della diocesi – non si pone nella linea di quanto affermato nell'omelia dal vescovo, il quale diffida quanti volessero strumentalizzarla per propri fini ideologici".
La Regione: "Chiesto lo stop ai viaggi"
Mentre il pastore si dissocia "da ogni posizione estremistica che mira al blocco totale dell'inceneritore", dove, da domenica sera è in atto il blocco dei camion carichi di rifiuti che arrivano all'impianto, nella serata di ieri l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, ha annunciato di aver chiesto alla società provinciale dei rifiuti di Salerno di fermare i viaggi dei camion dopo la richiesta di convocazione di un tavolo tecnico da parte del sindaco di Acerra. Continua intanto il presidio fisso del termovalorizzatore. Nella notte alcuni residenti della zona hanno portato delle tende per offrire riparo dal freddo alle centinaia di donne accampate sul posto. Le "mamme coraggio" dei comitati cittadini ribadiscono di essere lì "per i troppi figli morti a causa dell'inquinamento. Siamo qui per loro – dicono – e per evitare che ne muoiano tanti altri. Vogliamo sapere se l'impianto è sicuro"