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Inchiesta Aias, rinvio a giudizio per moglie e figlie di Ciriaco De Mita

Il gup del Tribunale di Avellino ha disposto il rinvio a giudizio per l’inchiesta Aias, che riguarda dieci persone: tra queste, anche la moglie e le due figlie di Ciriaco De Mita. Le accuse per i dieci indagati sono, a vario titolo, quelle di peculato, riciclaggio, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Ciriaco De Mita, attuale sindaco di Nusco (AV) ed ex-presidente del Consiglio.
Ciriaco De Mita, attuale sindaco di Nusco (AV) ed ex-presidente del Consiglio.

Il Tribunale di Avellino ha deciso per il rinvio a giudizio per dieci indagati, tra cui la moglie e le figlie di Ciriaco De Mita, per l'inchiesta Aias (Associazione Italiana Per L'Assistenza Agli Spastici), che si occupa dell'assistenza delle persone diversamente abili. L'inchiesta, condotta dalla Procura di Avellino, riguarda reati di vario tipo, come peculato, riciclaggio, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata, per i quali gli indagati dovranno rispondere a vario titolo. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal giudice per le udienze preliminari Marcello Rotondi: la prima udienza di svolgerà il 9 ottobre 2019, davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone.

Dieci le persone imputate: l'ex-presidente della struttura Aias di Avellino, che si trova su via Morelli e Silvati, Gerardo Bilotta, già consigliere comunale di Avellino tra il 2009 ed il 2012 con l'UdC, nonché la moglie di Ciriaco De Mita, Annamaria Scarinzi, e le due figlie dell'ex-presidente del Consiglio (rieletto nell'ultima tornata elettorale del 26 maggio a sindaco di Nusco), Simona e Floriana. Oltre a loro, rinviati a giudizio anche Luca Catallo, Antonio Nigrelli, Carmine, Massimo, Annamaria e Marco Preziuso. Secondo le indagini della Procura di Avellino, vi sarebbe stato un vero e proprio "sistema" per distrarre i soldi pubblici, destinati all'assistenza delle persone diversamente abili. Le indagini erano partite nel maggio 2007, dopo una segnalazione per "operazioni finanziarie sospette" giunta al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma. Tutti le ipotesi di reato sono state respinte dagli indagati, che sostengono che non sarebbe avvenuta alcuna distrazione di fondi pubblici.

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