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Inchiesta Bloody Money di Fanpage.it, De Magistris: “Magistratura faccia chiarezza”

Il sindaco di Napoli esprime il proprio parere sulla quarta puntata di “Bloody Money” realizzata da Fanpage.it definendo le immagini “inquietanti” ed augurandosi che “ci siano immediati risvolti giudiziari”. De Magistris ha anche aggiunto che “i camorristi non sono certo i giornalisti”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha espresso il proprio parere sulla quarta puntata dell'inchiesta "Bloody Money" di Fanpage.it, pubblicata nelle ultime ore e nella quale, come si legge nella descrizione di accompagnamento del video, l'inchiesta si sposta "dalla Campania al Veneto, dove il nostro intermediario viene coinvolto in un grosso affare riguardante lo stoccaggio di gas da una lobbista che proverà a costruire relazioni tra vari attori tra cui un importante imprenditore dell'area di Marghera".

"Ho visto stamattina la quarta puntata", ha spiegato Luigi De Magistris intervistato dalla web-tv del comune di Napoli, "e la prima sensazione che ho avuto è stata quella di tornare indietro di vent'anni, quando mi trovai con immagini molto simili a fare un'indagine proprio su un sistema di rifiuti tra la Calabria, quando lavoravo come pubblico ministero, e proprio il nord Italia, e all'epoca ci furono anche diversi arresti. Io mi auguro che queste vicende così inquietanti", ha proseguito, "non rimangano solo una coraggiosa inchiesta giornalistica, ma che ci siano immediati risvolti giudiziari perché non è possibile assistere come se fosse un film".

"Questo non è un film, non è come un film che rappresenta in qualche modo quella che si immagini essere la realtà. Questa è la realtà. Siccome i procedimenti li fanno i magistrati", ha aggiunto De Magistris, "noi non possiamo trarre le conseguenze di tipo penale, però da cittadini, ed io da sindaco e da ex magistrato, posso dire che anche questo quarto video rappresenta con inquietudine quelli che sono fatti veri, e chi li ridimensiona ne diventa in qualche modo connivente, ne diventa complice e la mette in caciara. Insomma, per dirla in breve", ha quindi concluso il sindaco di Napoli, "i camorristi non sono certo i giornalisti".

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