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Inchiesta Fanpage.it, Rory Oliviero: “Non mi dimetto da consigliere di Ercolano”

Dopo la bufera scatenata dall’inchiesta su corruzione, politica e rifiuti Bloody Money Rory Oliviero, già presidente del Consiglio comunale di Ercolano, annuncia la sua ‘autosospensione’ ma non le dimissioni. Nel video è l’uomo che parla dei 25mila euro come ‘atto di garbo’. Il suo attacco al lavoro di Fanpage.it: “Inchiesta giornalistica realizzata con taglia e cuci”.
A cura di Redazione Napoli
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Mario Rhemy Oliviero, detto Rory, si autosospende, ma non si dimette, dal Consiglio Comunale di Ercolano, la sua città. Oliviero è il protagonista di uno dei video dell’inchiesta di Fanpage.it Bloody Money: tratta con Nunzio Perrella una tangente da 50mila euro per l’affidamento di un servizio di smaltimento di rifiuti e riceve una valigetta in cui si aspettava ci fosse denaro contante, ma in cui, invece, c’era solo spazzatura.

Oliviero, sedicente "delfino di Ciriaco De Mita, già presidente del consiglio della città degli scavi, comunica che non parteciperà più alle riunioni del parlamentino di Ercolano, ma si guarda bene dal dare le dimissioni come, invece, gli aveva chiesto il suo successore alla guida del civico consesso, Luigi Simeone. Oliviero, in una nota, evidenzia che la “ricostruzione dell’inchiesta giornalistica così come pubblicata, attraverso un taglia e cuci, abile ma implausibile, elimina artatamente e suggestivamente passaggi fondamentali che sono, invece, riportati nelle registrazioni integrali audio e video, attualmente al vaglio della magistratura” senza fare riferimento alle scene diventate più famose: quella in cui spiega che per lui, braccio destro dell’ormai ex presidente della Sma, Biagio Iacolare, 50mila euro non sono nulla o quella in cui recupera la valigetta dal cofano di un’auto per poi proseguire per la sua strada con nonchalance.

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Con una vera e propria giravolta lessicale, Oliviero chiarisce che non si può dimettere perché deve “continuare la battaglia per far emergere tutta la verità riguardo a questa vicenda, senza lasciare privi di rappresentanza quei 1.200 cittadini elettori che hanno espresso la loro preferenza manifestando così la fiducia nei miei confronti”. Oliviero, nel 2015, è stato rieletto in consiglio comunale all’opposizione, dopo essersi opposto alla candidatura dell’attuale primo cittadino Ciro Buonajuto. Nonostante ciò fu il consigliere più votato in città.

Gli episodi dell’inchiesta

“Mi confortano – prosegue nella sua lettera – la fiducia e il sostegno che mi pervengono da più parti in questi giorni convulsi e mi rincuorano le pesanti parole di disappunto spese da organi istituzionali di rilievo nazionale contro inchieste giornalistiche di tal fatta”. Un’inchiesta che tratta di rifiuti e sulle speculazioni fatte sul loro smaltimento. Un tema sensibile ad Ercolano, diventata una piccola “Terra dei Fuochi”, con alti tassi di mortalità per tumore, proprio in seguito a sversamenti abusivi. Lo stesso Oliviero ha preso atto che la vicenda ha “provocato una profonda lacerazione tra la comunità ercolanese ed il sottoscritto”, una lacerazione “che ha assunto dimensioni enormi” perché Ercolano “ha pagato e paga un prezzo altissimo in termini di vittime ed inquinamento del territorio”. Una lacerazione, però, che non lo ha spinto a dimettersi da consigliere comunale.

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