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Frecciarossa deragliato a Lodi

Incidente Frecciarossa, saluto dei colleghi ai macchinisti morti: suonano le sirene dei treni

I dipendenti dell’Eav hanno voluto salutare i colleghi morti nel deragliamento del Frecciarossa di Lodi col lungo suono della sirena dei treni, nel terminal di Porta Nolana della Circumvesuviana. L’incidente era avvenuto ieri mattina, 6 febbraio; le vittime sono Giuseppe Cicciù, originario di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, di Capua ma residente a Pioltello (Milano).
A cura di Nico Falco
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Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo
Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo
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Treni fermi sulla banchina e sirene che partono tutte allo stesso momento. Così i ferrovieri dell'Eav hanno voluto salutare Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, i due colleghi macchinisti deceduti all'alba di ieri, 6 febbraio, nel deragliamento del treno Frecciarossa in provincia di Lodi. Questa mattina i treni della Circumvesuviana sono rimasti temporaneamente fermi nel terminal di Porta Nolana per il segnale di vicinanza ai macchinisti e alle loro famiglie.

Per la giornata di oggi, 7 febbraio, sempre in seguito all'incidente, è stato proclamato uno sciopero dei dipendenti di Ferrovie dello Stato, indetto da diverse sigle sindacali; il primo stop, proclamato da FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, FAST CONFSAL, UGL TAF e ORSA FERROVIE,  è iniziato alle 12 e si concluderà alle 14, mentre un altro, indetto da altri sindacati, è cominciato alle 9 e terminerà alle 17.  Qui l'elenco dei treni di Trenitalia garantiti durante i periodi di sciopero.

Il treno su cui viaggiavano Cicciù e Dicuonzo era partito alle 5.10 da Milano, in direzione Salerno; venti minuti dopo, alle 5.35, quando il treno andava a circa 280 chilometri all'ora ed era nel territorio di Livraga (Lodi), la motrice è uscita dal binario e si è schiantata contro un casotto di Trenitalia; il resto del convoglio ha proseguito per circa un chilometro, fino a quando la seconda carrozza si è ribaltata e ha fermato il treno. Nell'incidente sono rimaste ferite 27 persone, non sono gravi.  Giuseppe Cicciù era originario di Reggio Calabria. Mario Dicuonzo, invece, era originario di Capua ma da tempo si era trasferito con la famiglia a Pioltello, in provincia di Milano; sarebbe andato in pensione tra pochi mesi.

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