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L'arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio UNESCO

Intervista a Gino Sorbillo che apre la sua pizzeria napoletana a New York

Il pizzaiuolo Gino Sorbillo da via Tribunali alle strade di New York City: il tempio della pizza napoletana apre i battenti negli Stati Uniti d’America: “Manterremo il nostro stile e la nostra identità mediterranea anche qui”.
A cura di Redazione Napoli
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a cura di Marianna D'Alessio

Sorbillo realizza il sogno americano e sbarca a New York. Non con una, ma due pizzerie in un colpo solo. A raccontare i dettagli di questa nuova avventura dell'antica pizzeria napoletana è l'erede Gino Sorbillo.

Un marchio storico napoletano che per la prima volta sbarca negli Usa. Come e quando nasce l'idea di aprire il locale qui a New York?
L'idea è nata l'estate scorsa. Ho sempre sognato di aprire un punto a Little Italy, perché racchiude la storia di un passato vivace, colorato, fatto delle storie dei tanti immigrati italiani che sono partiti all'avventura con la nota valigia di cartone per fare fortuna in America. La vivacità e i colori di quelle strade mi ricordano Napoli. Portando la nostra pizza, che ricordo è nata come cibo di strada nei quartieri del centro storico della mia città, ho voluto creare un ponte tra via dei Tribunali, dove la nostra attività risiede da quasi un secolo, e New York, terra di approdo di molti nostri conterranei. Quella che era solo un'idea in poco tempo è diventata realtà e a breve – entro giugno – inaugureremo ufficialmente due pizzerie. Un primo ristorante “Gino Sorbillo” sarà a Bowery street (uno dei più antichi insediamenti di New York), il secondo “Zia Esterina” a Mulberry Street, nel cuore di Little Italy. E qui per noi ci sarà mio fratello Toto Sorbillo.

New York è il primo punto di approdo internazionale, quali sono le aspettative?
L'idea è di estenderci ancora, proprio a New York. Aprire qui è stato un passo importante, di cui siamo molto soddisfatti. Abbiamo realizzato il nostro sogno americano, portando la nostra tradizione nel cuore della città. Ma certo non ci fermeremo.

Quella che offrirete qui a New York sarà una pizza come quella dell'antica tradizione napoletana o inserirete gusti nuovi secondo l'uso americano?
La nostra scelta è stata quella di non stravolgere il nostro stile e l'identità della nostra pizza che come sempre sarà preparata con la farina biologica prodotto dall'Antico Molino Caputo. Tutti i prodotti saranno della nostra terra. Dalla ricotta di bufala, all'olio extra vergine di oliva ai pomodori San Marzano. Il nostro è un prodotto artigianale e che si distingue per la lavorazione naturale. Non cambieremo nulla della nostra lavorazione.
E sempre nel rispetto della tradizione, che è il nostro vademecum, nei nostri locali i clienti avranno modo di scegliere tra i vini della nostra terra, dall'Aglianico alla Falanghina del Sannio, uno dei più apprezzati al mondo. Non mancherà una scelta dei vini della cantina di Lidia Bastianich, mia cara amica. Per quanto attiene alla birra invece avremo in listino la Nastro Azzurro, anche quella prodotta a Napoli.

Il sogno americano della famiglia Sorbillo è quindi quello di ricreare nel locale newyorkese la stessa atmosfera dei via dei Tribunali. Un ambiente vivace dedicato al prelibato cibo di strada, ci ricorda Gino.

Quindi, quando gli chiediamo se crede che la pizza a New York sarà buona come a Napoli, l'erede dell'antica pizzeria napoletana scaccia ogni dubbio: «Assolutamente sì! È solo questione di usare i prodotti migliori della nostra terra e dedicarsi alla preparazione dell'impasto con la stessa dedizione con cui ci si dedica qui. Scuse non ce ne sono!».

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