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Jolanda morta a 8 mesi, il padre resta in carcere: ricorso rigettato per Giuseppe Passariello

Resta in carcere Giuseppe Passariello, accusato insieme alla moglie, Imma Monti, di maltrattamenti e di omicidio in concorso per la morte della figlia della coppia, Jolanda, deceduta il 21 giugno a 8 mesi. La famiglia viveva a Sant’Egidio Albino (Salerno). Il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso della difesa del 37enne; giovedì verrà valutata la posizione della moglie.
A cura di Nico Falco
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Immacolata Monti e Giuseppe Passariello
Immacolata Monti e Giuseppe Passariello

Il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Giuseppe Passariello, il 37enne in carcere per la morte della figlia Jolanda, 8 mesi, deceduta nella notte tra il 21 e il 22 giugno nell'abitazione dove vive la famiglia a Sant'Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno. Per quella tragedia è in carcere anche la mamma della bimba, Imma Monti, accusata di aver coperto, non denunciando, il maltrattamenti perpetrati sulla piccola da parte del padre. La decisione è arrivata ieri, 15 luglio, le motivazioni verranno depositate nei prossimi giorni; per giovedì prossimo, 18 luglio, è stata fissata l'udienza davanti al Tribunale del Riesame per la moglie.

Giuseppe Passariello aveva sempre respinto le accuse, spiegando al gip che la piccola era affidata alla moglie, mentre lui si occupava dell'altro figlio, di qualche anno più grande. Il giorno dopo essere stato ascoltato dalla polizia, però, fu trovato alla stazione di Salerno: secondo gli investigatori stava cercando di scappare, motivo che ha portato all'emissione della misura cautelare. La moglie era stata arrestata la sera del 4 luglio. Entrambi i genitori sono indagati con l'accusa di omicidio volontario aggravato in concorso.

I due avevano chiesto l'intervento del 118 intorno alle 4.30 del 22 luglio. La bambina era stata trasportata all'ospedale di Nocera Inferiore in ambulanza, ma era arrivata già morta. I medici avevano riscontrato dei segni riconducibili a violenze ed era partita la segnalazione alle forze dell'ordine. Passariello si era difeso parlando di un'afta che avrebbe causato il gonfiore al volto della bambina e spiegando che i segni di ustioni erano dovuti a un incidente domestico con un fornelletto. Immacolata Monti, ascoltata successivamente, aveva invece parlato di continue violenze da parte del bambino, dicendo che non aveva mai denunciato per paura di essere picchiata.

La prima relazione sulla morte di Jolanda aveva individuato il soffocamento come causa del decesso, escludendo una relazione coi segni delle violenze riscontrati sul corpicino. Imma Monti, interrogata nei giorni scorsi, ha continuato a sostenere di non sapere cosa sia successo quella notte: quando aveva messo a dormire la bambina, ha detto, stava bene, e si è accorta che non respirava quando si è alzata nel cuore della notte per andare in bagno.

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