Unesco, pizza candidata a patrimonio dell’umanità dall’Italia
Ci sarà una sola candidatura italiana nella lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità Unesco sarà la pizza napoletana, realizzata attraverso «l'arte dei pizzaiuoli napoletani». Il nostro piatto più conosciuto per la Commissione nazionale italiana per l'Unesco, su proposta del ministero dell'Agricoltura e con il sostegno del ministero degli Esteri, e di quelli dell'Università, dell'Ambiente e dell'Economia dovrà rappresentare l'eccellenza italiana patrimonio dell'umanità Unesco; selezionata poiché «rappresenta l'Italia in tutto il mondo». «Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo» commenta il ministro Maurizio Martina. Nella vicenda c'è lo ‘zampino' di un napoletano appena giunto alla Farnesina: il nuovo sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola che per conto del suo dicastero ha seguito la vicenda Unesco.
Perché la pizza patrimonio dell'umanità Unesco?
Per ottenere che la pizza fosse candidata come patrimonio dell'umanità Unesco sono state avviate numerose petizioni nazionali. Ora il governo italiano ha ‘sposato' la causa, il dossier sarà trasmesso all'Unesco e partirà un lungo e complesso negoziato che coinvolgerà oltre 200 Paesi. Fino ad oggi l'Unesco non ha mai iscritto quale patrimonio dell'umanità una tradizione alimentare. I tempi sono questi: "L'arte dei pizzaiuoli napoletani" sarà valutata dall'Unesco, con sede a Parigi, nel 2017 e poi ci sarà un responso.
Come si entra nel patrimonio Unesco?
Che un sito naturale,culturale, architettonico sia o meno patrimonio dell'umanità è stabilito in base a una convenzione adottata dalla Conferenza generale dell'Unesco (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) siglata nel 1972. A oggi ci sono circa mille iscrizioni nel patrimonio dell'umanità, l'Italia è regina in tal senso e ne include ben 51.