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L’Ue indaga su 44 milioni di finanziamenti al porto di Napoli per i cantieri navali

La commissione Ue ha deciso di aprire un’indagine sul porto di Napoli. Nel mirino sono finiti i 44 milioni di aiuti di Stato per rifare la banchina di carenaggio. I fondi secondo l’esecutivo europeo avrebbero aiutato Autorità portuale e Cantieri del Mediterraneo (Camed) ed imporsi con una posizione dominante sul mercato.
A cura di Valerio Barbato
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L'onda dell'Europa si è stagliata sulla banchina del porto di Napoli. La commissione europea ha deciso di aprire un'indagine sui finanziamenti di 44 milioni di euro diretti all'autorità portuale per verificare se le risorse arrivate fossero in linea con le regole degli aiuti di Stato. I fondi che sono finiti nel mirino sono stati usati per rifare i bacini di carenaggio in affitto alla Cantieri del Mediterraneo (Camed), società cantieristica che si occupa di costruzione e riparazione delle navi.

Quello che la Commissione avrebbe individuato, sarebbe stato un utilizzo di tali finanziamenti, oltre che dell'autorità portuale, anche della Camed, sulla base di un accordo di concessione della durata di 30 anni partito nel 2004. Cosa che, in assenza di una gara per l'uso dei bacini di carenaggio, avrebbe permesso all'azienda di praticare prezzi potenzialmente sotto mercato permettendogli un vantaggio competitivo sui concorrenti. La società, colosso della cantieristica, fu condannata nel 2009 a una sanzione di 285mila euro dall’Antitrust per aver posto in essere un abuso di posizione dominante nel mercato. Secondo l’Autorithy, che avviò un’istruttoria in seguito alla denuncia della società La Nuova Meccanica Navale, la Camed mise in atto una condotta in grado di escludere gli altri operatori del porto dall’accesso al bacino tre.

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