La banda di usurai chiedeva il 228% di interessi: tre arresti

Prestava 90mila euro e ne voleva indietro 258mila. Oltre il 200 percento di interessi, oltre il doppio del prestato. È usura e non solo: chi non pagava finiva in un meccanismo capace di stritolare: minacce, intimidazioni armate, pressioni d'ogni tipo. Oggi la Guardia di Finanza di Aversa (Caserta) ha arrestato tre persone su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'usura e all'estorsione. La vittima? Un imprenditore casertano, un ex ristoratore, oggi attivo nel ramo della compravendita di auto, che secondo gli inquirenti della Procura della Repubblica di Napoli Nord, sarebbe stato costretto a pagare, a fronte di un prestito di 90mila euro, interessi molto alti pari ad oltre il 228% ogni anno.
Solo dall'inizio del 2014 avrebbe pagato solo di interessi 258mila euro; il commerciante era stato costretto a rivolgersi agli strozzini perché le banche non gli concedevano più finanziamenti. Dall'inchiesta, durata pochi mesi, è emerso che gli indagati, tutti originari di Nola (Napoli), erano ben organizzati e avevano un ruolo operativo definito: a prestare i soldi era il 52enne Giosué Simonetti, il procacciatore di vittime era Raffaele Napolitano di 58 anni mentre l'ex guardia giurata Luigi Canfora, di 49 anni, si preoccupava di andare a ritirare i soldi e minacciare le vittime. Di recente la moglie dell'imprenditore era stata oggetto di pesanti minacce con le armi. I tre arrestati avevano messo su un rilevante giro di usura in un territorio una volta controllato militarmente dal clan dei Casalesi.