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La brutta pubblicità di Dacia e Salvatore Esposito su Napoli a Capodanno

Ma che schifezza è, quella pubblicità in cui si vede Napoli invasa dalla monnezza, dal caos e dall’illegalità la notte di Capodanno? Perché mischiare e mistificare realtà e fantasia per vendere un’auto?
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Quando ho visto il video la prima cosa che ho pensato è: ma che tengono da ridere e festeggiare? E che  cazzo di pubblicità è? Sicuramente non è un buon servizio a Napoli, dipinta come un coacervo di imbecilli che a Capodanno lanciano cose dal balcone, piazzano cassonetti della monnezza in strada, gettano materassi nei vicoli. Chi vi scrive è perfettamente a conoscenza di fenomeni del genere e da cronista quotidianamente li documenta. Ma a che scopo utilizzarli per la pubblicità di un'autovettura? Non è giornalismo, è uno spot, è marketing, vogliono vendere qualcosa.

E perché Salvatore Esposito, l'attore reso famoso dal ruolo del giovane boss Genny Savastano in Gomorra la Serie se ne compiace a tal punto da accettare di comparire in uno spot del genere? Mischiamo fiction e realtà, perché Napoli si vende sempre, specialmente quando è così? Che c'è da sorridere, ripeto? Cosa c'è di bello e di onorevole nel veder lanciare oggetti, nel vedere un vicolo invaso dalla spazzatura, nel vedere un'auto sulle scale? Non è un film, non è una fiction. Non è giornalismo, non è un racconto. È una pubblicità. Spiace che un attore così noto come Esposito scriva «a prova di vita reale». Spiace  constatare che l'azienda rumena Dacia, gruppo Renault vede Napoli (e i napoletani, potenziali acquirenti) così.

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Giornalista professionista, capo servizio di Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri Il Casalese (Edizioni Cento Autori, 2011); Novantadue (Castelvecchi, 2012), Le mani nella città e L'Invisibile (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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