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La Galleria Virtuale Joe Petrosino entra tra le 10 opere di Europeana: è l’unica italiana

Il progetto del Comune di Padula a cui ha preso parte Aldo Di Russo entra tra le dieci opere più importanti d’Europa con una motivazione d’orgoglio: “unico museo italiano dedicato al pioniere senza rivali della lotta contro il crimine organizzato”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Giuseppe "Joe" Petrosino
Giuseppe "Joe" Petrosino

Grande soddisfazione per la Galleria Virtuale Joe Petrosino, progetto del Comune di Padula, che sotto la collaborazione artistica di Aldo Di Russo è entrato tra le dieci opere migliori d'Europa. Il lavoro, reso possibile grazie alle fonti messe a disposizione da Rai Teche e Libera contro le mafie, diventa così l'unica opera italiana presente tra le dieci scelte dalla commissione. "Unico museo italiano dedicato al pioniere senza rivali della lotta contro il crimine organizzato", si legge nella motivazione pubblicata da Europeana Network Association.

Giuseppe "Joe" Petrosino, simbolo della lotta alla mafia

Nato a Padula da una famiglia modesta nel 1860, all'età di tredici si trasferì con essa a New York, nel quartiere di Little Italy. Partendo dai mestieri più umili, arrivò a diventare netturbino per conto del Dipartimento di Polizia di New York. Con l'arrivo delle grandi masse di immigrati italiani, ed i problemi di "convivenza" dovuti in parte al campanilismo regionale ed in parte ad una polizia locale formata in massima parte da irlandesi ed ebrei che non riuscivano a capire neppure l'italiano, Petrosino fu promosso prima sergente e poi tenente, grazie anche al rispetto di cui godeva presso Theodore Roosevelt, futuro presidente degli Stati Uniti che all'epoca era assessore alla polizia a New York. Ben presto, Petrosino divenne il "nemico" numero uno dell'ambiente criminale italo-americano. A dispetto di un fisico modesto (un metro e sessanta, spesso preso in giro dai "giganteschi" poliziotti irlandesi), era abilissimo ad infiltrarsi negli ambienti criminali, e grazie a lui diverse organizzazioni vennero smantellate. Fondò il cosidetto "Italian Brunch", un gruppo di cinque poliziotti italo-americani che come lui si votarono al martirio nella speranza di sconfiggere la Mafia che, dall'Italia, stava sbarcando nel Nuovo Continente. Nel 1909 arrivò in Italia in missione top secret, ma che fu "rivelata" da alcuni giornali a stelle e strisce. Scoperto, fu ucciso il 12 marzo 1909 alle 20.45 in Piazza Marina a Palermo, da tre colpi di pistola che non gli lasciarono scampo, probabilmente da alcuni di coloro che erano scappati da New York dopo le sue indagini sulla "Mano Nera", la mafia italo-americana. Per i suoi funerali, a New York, scesero in piazza qualcosa come 250.000 persone, mentre in Sicilia prevalse l'omertà ed il suo nome, ancora oggi, è conosciuto solo a poche persone.

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