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La lettera dei detenuti di Poggioreale ai baby camorristi di Napoli: “Salvatevi”

La missiva è stata scritta dai detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale dopo la morte dello studente 17enne Genny Cesarano. La lettera, che riflette sulle scelte e i modelli che conducono i giovani napoletani a intraprendere la via del crimine, conclude con un appello: “Guagliù salvatevi”.
A cura di Angela Marino
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A implorare i giovanissimi boss che insanguinano le strade del centro storico di Napoli di deporre le armi sono, questa volta, i detenuti del carcere di Poggioreale. La missiva rivolta alle giovani leve del crimine, è stata letta oggi alla presenza di altri reclusi, nel corso di un incontro-dibattito nella casa circondariale partenopea. Una scelta che può apparire fuori dalle righe quella di scrivere ai nuovi capi di seconda generazione delle famiglie criminali del centro storico, i leader della cosiddetta "paranza dei bimbi", ma che rappresenta il grido disperato di una parte della città, quella che vive ai margini, dietro le sbarre di una cella, contro l'orrore che si consuma da alcuni mesi nelle strade di Napoli.

La lettera dei detenuti di Poggioreale

La lettera è stata scritta dai detenuti dopo la morte di Genny Cesarano, il 17enne ucciso la notte del 6 settembre in piazza San Vincenzo nel rione Sanità, mentre si trovava con un gruppo di altri giovani. “Non si può più accettare che si possa morire a 17 anni”, recita la missiva che oggi è stata letta davanti a giovani detenuti quasi coetanei di Genny nel corso dell'incontro. Riuniti in occasione dell'iniziativa, i detenuti, quasi tutti protagonisti di storie difficili, hanno riflettuto sui i falsi miti e la fascinazione che il male esercitano sui giovanissimi che si incamminano sulla strada del crimine. Un fenomeno in crescita che ha attirato l'attenzione delle autorità e allertato i vertici del ministero dell'Interno che contro l"esercito del male" stanno predisponendo nuove misure di controllo.

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