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La lettera della sorella di Lello Perinelli, ucciso a Miano: “No vendetta, ma giustizia”

Francesca Perinelli, sorella di Raffaele, ‘Lello’,Perinelli, il 21enne ucciso a Miano, Napoli, con una coltellata al cuore, ha scritto una lettera aperta ai giudici in cui chiede giustizia per la morte del fratello. “Se vi chiediamo di essere severi con chi ha ucciso Lello non è per vendetta ma è perché crediamo e vogliamo continuare a credere nella Giustizia, quella con la G maiuscola “.
A cura di Enrico Tata
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Raffaele Perinelli, terzino sinistro del Turris Calcio
Raffaele Perinelli, terzino sinistro del Turris Calcio

Francesca Perinelli, sorella di Raffaele, ‘Lello', il 21enne ucciso a Miano, Napoli, con una coltellata al cuore, ha scritto una lettera aperta ai giudici in cui chiede giustizia per la morte del fratello. A colpire il ragazzo a morte è stato A.G., 31 anni, venditore ambulante incensurato. Si è costituito e ha confessato di aver ferito Raffaele con una coltellata al culmine di una lite. Lello era una giovane promessa della Turris Calcio, squadra di Torre del Greco.

Questa il testo integrale della lettera di Francesca Perinelli:

Cari giudici, vorrei che queste parole arrivassero non alle vostre teste ma ai vostri cuori. Lello è stato ucciso e io e la mia famiglia siamo morti con lui. Se vi chiediamo di essere severi con chi ha ucciso Lello non è per vendetta ma è perché crediamo e vogliamo continuare a credere nella Giustizia, quella con la G maiuscola e non quella delle leggi fredde e dei cavilli inutili. Chi ha accoltellato Lello aspettandolo, armato, per sette giorni per una banale lite non ha colpito solo il cuore di Lello ma il cuore nostro, quello di un intero quartiere e di una intera città perché Lello era e potrà essere il simbolo di chi, in un quartiere difficile e in una città difficile, lotta contro tutti e tutto e, fino a quella notte buia, vince. E fa vincere il sole del suo carattere, la bellezza dei suoi sorrisi, i suoni delle sue risate. E quel marchio brutto, falso e ingiusto sulla pelle se l'era tolto alzandosi tutte le mattine alle 6 per andare a scuola e poi al lavoro e inseguendo il suo sogno di calciatore.

La nostra famiglia non naviga nell'oro e per Lello sarebbe stato facile percorrere strade in discesa fuori dalla legalità ma lui aveva scelto strade in salita e su quelle strade correva come correva sui suoi campi di calcio dimostrando a se stesso e agli altri che anche a Miano, anche a Napoli, i ragazzi che scelgono la legalità possono farcela. Ecco perché vi chiediamo Giustizia: per continuare a far vivere Lello e per continuare a dimostrare che il suo percorso era quello giusto e un coltello e una notte buia non possono fermarlo veramente. Lello sorride e corre ancora… Qualcuno ha cercato di fermarlo. Non fermatelo anche voi.

Francesca Perinelli

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