La madre di Tiziana Cantone: “Il suo video ovunque, è stato femminicidio virtuale”
Non si dà pace Maria Teresa Giglio: non riesce a capacitarsi, innanzitutto, della morte della figlia. Tiziana Cantone, 31enne di Mugnano, nella provincia di Napoli, si tolse la vita nel settembre del 2016, dopo essere stata messa alla gogna mediatica a causa della diffusione su internet di alcuni suo video hard; ma non riesce nemmeno a fare i conti con l'archiviazione dell'indagine, condotta dalla Procura di Napoli Nord, per istigazione al suicidio, conclusasi con un nulla di fatto nel 2017. È convinta, Maria Teresa Giglio, che sua figlia sia stata uccisa, che su di lei, per colpa della diffusione di quei filmati, diventati virali, sia stato commesso un vero e proprio crimine.
La donna, nella puntata odierna del programma di Rai Uno "La Vita in Diretta", ha ribadito con forza, e amarezza, il suo pensiero: "Non mi sembra vero siano passati oltre due anni – dice – Continuo a combattere per mia figlia perché mi sento in dovere di far capire chi era davvero Tiziana Cantone, che è la vittima di quello che chiamo femminicidio virtuale e che sta prendendo sempre più piede nella nostra società" ha detto la donna, che poi ricorda l'inferno che ha dovuto sopportare la figlia: "Quello che è capitato a mia figlia non è cyberbullismo, ma un crimine. Questo della pornografia non consensuale è una violenza, una nuova forma di femminicidio: quella frase, "stai facendo un video? bravo", è finita ovunque su internet, anche in alcune fiction, in televisione si sentiva di continuo, una cosa vergognosa, aberrante".