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La moglie di Lino Apicella, il poliziotto ucciso, scrive una lettera per l’anniversario di matrimonio

Oggi il poliziotto Pasquale Apicella e sua moglie Giuliana avrebbero festeggiato 4 anni di matrimonio. La donna ha affidato ai social una lettera idealmente rivolta al marito, ucciso durante un inseguimento il 27 aprile scorso a Napoli. “La nostra piccolina in questi pochi giorni è cambiata tanto – scrive la donna – Ha il tuo sguardo e so che questo lo hai fatto tu, per me, perché sai che io senza quei brillanti non ci so vivere”.
A cura di Nico Falco
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Oggi Pasquale Apicella e sua moglie Giuliana avrebbero festeggiato quattro anni di matrimonio. Si erano sposati nel 2016, il 4 maggio, a coronamento di una storia d'amore che durava da anni, dopo essere cresciuti insieme. Non ci sarà però nessuna festa: Lino è morto la notte del 27 aprile, mentre stava intervenendo in supporto dei colleghi, quando l'automobile della banda di ladri in fuga si è schiantata contro la volante della Polizia di Stato che stava guidando. Una data che ha segnato la fine della vita del poliziotto e che ha cambiato irrimediabilmente quella della moglie e dei due figli piccoli. La vedova ha voluto affidare a Facebook i suoi ricordi, in una breve lettera idealmente rivolta al marito che non c'è più.

Poche righe, che però sono un pugno allo stomaco. È la storia di una giovane vedova che si è vista portare via il marito in un attimo, che si è vista privata di quella persona con cui tanto faticosamente era riuscita a costruire una figlia e con cui si aspettava un futuro lungo e luminoso. Tutto stracciato, cancellato da un'Audi lanciata a più di cento all'ora controsenso per scappare dopo un tentato furto in banca.

"Quattro anni fa – scrive Giuliana – in questo stesso giorno la mia casa era piena di felicità, stavo indossando il mio vestito da sposa, nostro figlio era pronto in giacca e cravatta per accompagnarci in questo giorno che con sudore e sacrificio ci eravamo guadagnati. Mi ricordo la mia fretta di correre da te, avevo passato giorni a immaginare il momento in cui ti avrei visto li, ad aspettarmi all'altare con la divisa che tanto avevi sognato. Ed eri bellissimo, in quella chiesa c'era tutto ciò di cui avessi bisogno. Avremmo dovuto stare lontani due giorni prima del matrimonio, perché avevamo già la nostra quotidianità insieme ma non ci sei riuscito. Eri comunque venuto da me, nonostante il mio vestito fosse pronto nella stanza, perché io e te lontani proprio non riuscivamo a stare. Mi promettesti di non sbirciare. Le tue promesse le hai sempre mantenute, tutte. Dopo quattro anni sono qui, completamente svuotata da quell'amore che per tanti anni ci ha riempiti e gli occhi che ti cercano in ogni angolo. Nulla sarà mai più come prima, però la nostra piccolina in questi pochi giorni é cambiata tanto. Ha il tuo sguardo e so che questo lo hai fatto tu, per me, perché sai che io senza quei brillanti non ci so vivere".

L'8 maggio i funerali di Lino Apicella a Secondigliano

I funerali dell'agente scelto si terranno l'8 maggio, alle ore 11, nella chiesa cristiana evangelica di Secondigliano, in via Privata Detta Scippa. La cerimonia verrà trasmessa via Facebook sulla pagina Ministero Cristiano Secondigliano e su quella della Polizia di Stato. Lo ha annunciato sui social Gennaro Apicella, il padre di Pasquale. "L'orgoglio per lui – aveva scritto l'uomo su Facebook – era come l'esplosione di una bomba. Lino è il fiore all'occhiello della nostra famiglia, purtroppo un fiore per essere posto all'occhiello deve essere reciso".

La sorella del poliziotto: "Se lo Stato avesse fatto il suo dovere, Lino sarebbe vivo"

Uno dei rom arrestati per la morte dell'agente scelto aveva già in passato tentato di investire un carabiniere, ma era tornato libero. Si rifà a quell'episodio la sorella di Pasquale Apicella, Nella, che su Facebook ha chiesto giustizia per il fratello morto mentre faceva il proprio mestiere a difesa dei cittadini. "Non abbiamo distrutto un ospedale, non abbiamo sparato contro una caserma e non abbiamo incendiato il campo rom di Giugliano – ha scritto la donna – ma voglio  giustizia per mio fratello, se lo stato avesse compiuto il suo dovere 3 anni fa quando questi individui hanno reagito nello stesso modo contro l'arma dei carabinieri, mio fratello oggi sarebbe qui. Purtroppo la giustizia non mi porterebbe indietro l'amore nostro ma eviterebbe di spezzare altre vite".

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