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Gomorra: la serie tv e la città

La primavera fiorisce a Scampia: le Vele come non le hai mai viste chi guarda solo Gomorra

Non è mai stata solo violenza e camorra, Scampia. Lo sa bene chi ci vive e chi quotidianamente cerca di fare qualcosa per una periferia da troppi anni dimenticata. La primavera fiorisce anche a Nord di Napoli: alcune belle foto all’ombra delle Vele mostrano colorati alberi in fiore. Ma la cittadinanza attende un’altra primavera: quella dell’abbattimento delle Vele e del progetto di riqualificazione annunciato da anni ma mai attuato.
A cura di Redazione Napoli
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"Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi", scriveva Pablo Neruda e la primavera fa di Scampia, quartiere di Napoli noto ai più soltanto per il degrado delle Vele e per la camorra cristallizzata nei racconti e nelle serie tv come Gomorra, qualcosa di colorato e vivace, ben distante  dai toni cupi dei boss veri e di quelli tratteggiati dagli sceneggiatori o dagli scrittori.

Le immagini che il lettore invia a Fanpage.it sono quelle  di una Scampia insolita per coloro che sono abituati a vedere in tv ben altro. La situazione delle Vele, i casermoni di edilizia popolare residenziale diventati simbolo del degrado imperante nella zona Nord di Napoli nonché roccaforte (un tempo) di camorra e dello spaccio di droghe cambierà a breve: è previsto l'abbattimento delle Vele (annunciato a febbraio, poi a marzo e ora atteso per l'estate 2019). Se davvero i casermoni cadranno ci sarà una cesura importante col passato e forse con l'arrivo dell'università a Scampia potrebbe davvero realizzarsi il "sogno" che lo scrittore  Peppe Lanzetta – correva l'anno 2016 – metteva nero su bianci:

Ho sognato che Benedetto Croce riceveva dei cantanti neomelodici e insegnava loro la bellezza della lingua napoletana, Giambattista Vico teneva lezioni nella nuova Facoltà di Filosofia sita oltre le vele di Scampia da dove erano state sfrattate tutte le famiglie a rischio e tutti i bambini erano stati accolti in scuole super accessoriate, con professori all’ultimo grido che insegnavano loro il cinese e il russo, spiegavano loro la trasformazione in atto nel mondo, i limiti dell’Occidente e del Capitalismo selvaggio.

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