
La pastiera venduta a Torino sulla quale si sta ironizzando da qualche giorno (a ragione, visto che tutto è, fuorché un dolce della tradizione napoletana) è prodotta dalla Caffetteria Clarissa di piazza Vittorio, riconosciuta e rinomata nel capoluogo piemontese. Eppure sulla pastiera proprio no, non ci siamo: assomiglia all'orribile tentativo che fece la Melegatti qualche anno fa poi rapidamente spazzato via dagli scaffali dopo le polemiche. La pastiera torinese è anzitutto chiusa, senza le strisce di frolla a coprire il grano cotto (anzi, probabilmente nemmeno fatta di pasta frolla) e con al centro un tondo giallo, probabilmente fatto con crema.
E dire che Torino è la patria di molti dolci eccellenti e di cioccolate straordinarie: i Bicciolani di Vercelli, i Krumiri di Casale Monferrato, la meravigliosa Crema Gianduia. Non si sa come mai dunque questa strana variazione sul tema. Fatto sta che a Torino, scrivono molti lettori di Fanpage.it, ci sono tante caffetterie e pasticcerie che producono eccellenti dolci della tradizione napoletana, come "Pastarell" a Porta Susa, tanto per citarne uno.

Tuttavia anche vedendo quest'altra presunta pastiera napoletana (è sulla pagina Facebook del ristorante Caciucco di Torino) si capisce come i piemontesi abbiano un problema con la ricetta tradizionale di uno dei dolci napoletani più diffusi. Magari sarà buonissima lo stesso ma non è pastiera: è un'altra cosa.