
Contro la grandine, come quella che è caduta durante la notte a Pozzuoli, nella provincia di Napoli – i chicchi erano grandi come pietre – c'è ben poco da fare. Bisogna evitare di uscire di casa e sperare che i "proiettili" d'acqua non danneggino auto. Contro le strade allagate in molti quartieri di Napoli, oppure nel Salernitano, o contro la slavina di fango che ha colpito alcune zone dell'Irpina, intasando sottopassaggi e scantinati, invece si potrebbe fare molto di più. Alla luce di quanto successo ieri a Livorno, dove il maltempo ha causato la morte di sei persone, mentre altre due risultano disperse, sarebbe facile fare retorica, accusando gli enti locali e le istituzioni di non aver saputo gestire la situazione, di aver sottovalutato l'allerta, di non provvedere abbastanza, prima che manifestazioni del genere si verifichino, a limitare i danni, apportando quella che dovrebbe essere una manutenzione ordinaria delle strade.
Ma purtroppo è così, che ci piaccia o no fare sempre la parte di quelli che puntano il dito contro chi ci governa e che dovrebbe provvedere alla nostra sicurezza. È così perché io non riesco a spiegarmi come sia possibile rischiare la vita – parlo di Napoli e provincia – per un acquazzone. Navigando sui social network mi sono imbattuto in una foto scattata da una cittadina a Marano, nella periferia Nord di Napoli. La foto mostra una strada completamente devastata: per un attimo ho pensato di essere ancora al cinema a vedere Dunkirk, mi sembrava fosse esplosa una bomba, o un colpo di artiglieria. E invece era "solo" il maltempo, stupido io: logico che l'acqua si infiltri sotto una strada trafficata, sia dai pedoni che dalle automobili, e sprofondi nel sottosuolo, rischiando di inghiottire qualunque cosa ci sia sopra.
